Nato durante la grande pandemia del ‘900 ora combatte come tutti con le limitazioni imposte dall’emergenza Covid-19.
Squillace 1918, Squillace 2020. All’inizio della sua vita esisteva l’epidemia della “spagnola”. In mezzo una guerra mondiale appena finita ed una che era quasi alle porte, il ventennio fascista, la dittatura comunista in alcune parti del mondo, tanti Papi, diversi avvenimenti storici che hanno cambiato la geografia del mondo, l’avvento di internet, la dittatura dei social network e ora il Coronavirus.
Da marinaio di lungo corso ad impiegato delle Poste, la straordinaria vita di Saverio e quella cartolina di auguri datata 1939
Ma dal 1918 al 2020 c’è un uomo che queste cose le ha viste e vissute quasi tutte. E’ Saverio Maida. Sei fratelli, marinaio a 20 anni sulla “Pantera” nave della “regia marina militare”, nel 1939 a Massaua e nel 1940 in Albania. Sempre a servizio della Patria. Poi la fine della guerra, il rientro in Italia, gli anni trascorsi a Bolzano e finalmente casa. Squillace. Da lì faceva il pendolare per andare a lavorare alle Poste.
E, tra i tanti ricordi di una vita, capita che qualcuno ritrovi una cartolina che proprio Saverio aveva spedito mentre era imbarcato per fare gli auguri per un sereno Capodanno ad un suo amico e alla sua famiglia.
Ecco, frammenti di memoria che camminano ancora sulle gambe, magari un po’ tremolanti, di uomini che hanno attraversato epoche fatte di contraddizioni, paure, ognuna segnata da tragedie più o meno vicine a chi le racconta. Testimonianze preziose che ci dicono da dove arriviamo e anche un po’ di cosa siamo fatti, malgrado a volte sia più facile dimenticarsene che provare a trovare la forza per andare avanti in ciò che molti possono ancora insegnarci.
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