Torna l’incubo avvelenamento cani a Squillace? È probabile. Almeno alla luce dell’ultimo episodio che ha visto protagonista una cagnolina meticcia randagia, che insieme ad altri cani viene solitamente accudita e sfamata da una volontaria del posto, la giovane Irene Sestito.
Proprio Irene, domenica scorsa, si è accorta che la cagnolina si trovava in una grave condizione di salute, essendo stata vista con la classica bava schiumosa alla bocca e in preda a convulsioni.
La volontaria, quindi, non si è persa d’animo e così l’ha portata immediatamente dal veterinario, il quale l’ha salvata attraverso le opportune cure, facendole fare rientro a Squillace, non prima di riferire che dai sintomi l’animale era rimasto vittima molto probabilmente di avvelenamento da metaldeide, un composto chimico usato contro le lumache.
Già in passato a Squillace si sono verificati diversi casi di avvelenamento di cani e gatti, che hanno suscitato le proteste degli animalisti e dei volontari del “Comitato cittadino a difesa degli amici a 4 zampe”, i quali hanno parlato non solo di maltrattamenti, ma anche della prassi purtroppo diffusa di usare il veleno come mezzo per risolvere il problema del randagismo. Nell’ultimo caso, registrato domenica, si è tratto comunque di un episodio isolato, visto che gli altri randagi non sono stati interessati dal problema. Ma la volontaria Irene ne approfitta per lanciare due appelli importanti: alle istituzioni, al fine di trovare una soluzione definitiva al randagismo; ai cittadini e agli agricoltori, di fare molta attenzione nell’utilizzo dei fitofarmaci e degli altri composti chimici.
La metaldeide, ad esempio, è un veleno nocivo in particolare per gli animali domestici quali cani e gatti. Intanto, da parte del comitato cittadino squillacese prosegue la campagna di raccolta fondi per la sterilizzazione e la cura degli animali da affidare in adozione, a cui si può contribuire partecipando alle varie iniziative pubbliche organizzate dai volontari.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 25 nov 2020)