La Calabria dovrebbe giocare un ruolo importante nel settore del turismo delle radici. È quanto è emerso dal convegno sul “Turismo delle radici e delle emozioni per uno sviluppo innovativo e partecipato del territorio”, organizzato dall’amministrazione comunale di Squillace, che di recente ha sottoscritto con il Ministero del turismo un’apposita convenzione legata agli impegni e alle attività da realizzare sul territorio per favorire una maggiore presenza ed un’adeguata accoglienza di turisti mossi dal desiderio di incontrare i luoghi dei loro avi. Moderato dal giornalista Roberto Messina, il dibattito è stato aperto da Tullio Romita, docente di Sociologia e direttore scientifico del centro ricerche sul turismo all’Unical, esperto di turismo delle radici. Secondo il docente, si tratta di un fenomeno «che ha a che fare con l’identità locale e fa piacere che sia tornato all’attenzione dei media, anche se siamo in ritardo.
Coloro che sono andati via non tornano da emigrati ma da turisti e la Calabria non ha capito che il turismo è prima di tutto un fenomeno sociale. L’emigrato ha una doppia identità e i Comuni devono capire questo e soddisfare tale condizione: l’accoglienza va fatta su misura».
Per Santo Strati, direttore di Calabria Live, c’è una buona parte di calabresi emigrati che possono diventare turisti, ma manca una visione che permetta di poter pianificare l’attrazione di queste persone. La Regione, ha puntualizzato, potrebbe pensare a degli incentivi: con la giusta programmazione si potrebbero far arrivare in Calabria oltre 100mila persone in più l’anno. Salvatore Mongiardo, direttore scientifico del centro studi della Prima Italia, ha parlato di turismo emozionale.
«Occorre scavare nell’animo dei calabresi – ha affermato – perché loro tornando qui sono spinti dal rimpianto del modo di vivere. Devono conoscere chi sono e chi sono stati in passato». L’assessore comunale al turismo Franco Caccia ha affermato che «la città di Squillace ha riservato a questo settore una particolare attenzione e, come attestato dall’approvazione di due progetti finanziati dal Governo per un importo di oltre due milioni di euro, le nostre proposte sono state giudicate particolarmente idonee per una crescita innovativa dell’offerta turistica territoriale. In quest’ottica siamo molto attenti anche al turismo delle radici, tema su cui l’amministrazione è già da anni attiva con il progetto denominato Squillace-day e con l’attivazione del centro di studi e ricerche della prima Italia. Squillace è stata inserita dai ministeri degli esteri e del turismo fra i borghi italiani selezionati per la sperimentazione di attività ed iniziative finalizzate a fornire una accoglienza di qualità ai turisti delle radici. Oggi abbiamo svolto non solo un momento di confronto ma l’inizio di un percorso comune per creare le necessarie condizioni per cogliere al meglio questa nuova opportunità».
Coloro che sono andati via non tornano da emigrati ma da turisti e la Calabria non ha capito che il turismo è prima di tutto un fenomeno sociale. L’emigrato ha una doppia identità e i Comuni devono capire questo e soddisfare tale condizione: l’accoglienza va fatta su misura».
Per Santo Strati, direttore di Calabria Live, c’è una buona parte di calabresi emigrati che possono diventare turisti, ma manca una visione che permetta di poter pianificare l’attrazione di queste persone. La Regione, ha puntualizzato, potrebbe pensare a degli incentivi: con la giusta programmazione si potrebbero far arrivare in Calabria oltre 100mila persone in più l’anno. Salvatore Mongiardo, direttore scientifico del centro studi della Prima Italia, ha parlato di turismo emozionale.
«Occorre scavare nell’animo dei calabresi – ha affermato – perché loro tornando qui sono spinti dal rimpianto del modo di vivere. Devono conoscere chi sono e chi sono stati in passato». L’assessore comunale al turismo Franco Caccia ha affermato che «la città di Squillace ha riservato a questo settore una particolare attenzione e, come attestato dall’approvazione di due progetti finanziati dal Governo per un importo di oltre due milioni di euro, le nostre proposte sono state giudicate particolarmente idonee per una crescita innovativa dell’offerta turistica territoriale. In quest’ottica siamo molto attenti anche al turismo delle radici, tema su cui l’amministrazione è già da anni attiva con il progetto denominato Squillace-day e con l’attivazione del centro di studi e ricerche della prima Italia. Squillace è stata inserita dai ministeri degli esteri e del turismo fra i borghi italiani selezionati per la sperimentazione di attività ed iniziative finalizzate a fornire una accoglienza di qualità ai turisti delle radici. Oggi abbiamo svolto non solo un momento di confronto ma l’inizio di un percorso comune per creare le necessarie condizioni per cogliere al meglio questa nuova opportunità».
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 30 agosto 2023