“Monachesimo italo-greco (sec. VII-XI). Una lettura archeologica” è il tema di un convegno di studi, organizzato dall’Istituto di Studi su Cassiodoro e sul Medioevo in Calabria, in collaborazione con l’Ordine degli architetti di Catanzaro e il patrocinio della Regione Calabria, che si svolgerà il 23 e il 24 marzo nella “Casa delle Culture”, a Squillace.
L’evento, dedicato alla memoria del professor Filippo Burgarella, docente di Storia bizantina, scomparso nello scorso mese di dicembre, è stato presentato ieri da Chiara Raimondo, presidente dell’Istituto cassiodoreo e dalla giornalista Carmela Commodaro, alla presenza di Salvatore Bullotta, assistente culturale della Regione Calabria. La Raimondo ha spiegato che il convegno è il frutto di un progetto ideato con il professor Federico Marazzi, docente all’Università Suor Orsola Benincaca di Napoli e studioso del monachesimo latino. Marazzi ha fatto pervenire un contributo scritto per la conferenza stampa, in cui afferma che «il convegno che si terrà a Squillace rappresenta una novità assoluta nel panorama scientifico italiano.
Ciò non perché il monachesimo di tradizione greca non sia già stato oggetto di molte ricerche in passato, ma perché per la prima volta tutte le regioni in cui esso si manifestò sono rappresentate in un evento che le unisce in un comune esame delle caratteristiche di questo fenomeno spirituale, culturale ed artistico.
In particolare, nell’occasione saranno approfonditi gli aspetti materiali di questi insediamenti, e cioè dove essi si trovassero, come fossero stati concepiti e realizzati e in quali modi le loro strutture funzionassero in rapporto alle esigenze della vita ascetica.
Un aspetto, questo, che se è stato oggetto di molte ricerche per il monachesimo di matrice occidentale (comunemente definito “Benedettino”), è assai meno chiaro per quanto concerne quello greco-orientale. Gli studiosi che parteciperanno all’evento sono fra i più accreditati rappresentanti dell’archeologia medievale italiana ed i loro contributi si avvarranno quindi di dati che, nei limiti di ciò che la ricerca ha sino ad oggi acquisito, costituiscono un patrimonio d’informazioni credibile e dettagliato.
Lo sforzo posto in essere dall’Istituto di Studi cassiodorei è, quindi, davvero rilevante per il progresso della conoscenza su un pezzo del patrimonio italiano che – come il convegno stesso dimostrerà – è assai più diffuso sul suolo nazionale di quanto si possa pensare. Una conoscenza adeguata, basata su informazioni scientifiche certe, rappresenta la base per qualsiasi serio progetto di futura valorizzazione di questo come di qualsiasi altro “pezzo” del patrimonio culturale nazionale. E non è da scartare l’idea che proprio un’occasione come questa possa costituire un’opportunità per creare un’inedita filiera per la promozione di questa eredità così particolare che l’Italia conserva in tanta parte del proprio territorio. Sono molto grato a Chiara Raimondo e a tutto l’Istituto per aver voluto realizzare un evento così importante, per il quale sarebbe stato difficile immaginare una sede più appropriata di Squillace, al centro della regione che più di ogni altra serba memoria di questa affascinante pagina della nostra storia». Il dottor Bullotta ha sottolineato che la Regione sostiene questo genere di iniziative culturali che mirano all’approfondimento scientifico, che rimane anche per le future generazioni.
Il convegno avrà inizio con i saluti istituzionali del sindaco di Squillace Pasquale Muccari, del presidente dell’istituto Cassiodoro Chiara Raimondo, del direttore della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone Mario Pagano, del presidente dell’ordine degli architetti della provincia di Catanzaro Giuseppe Macrì e del vicepresidente della Regione Antonio Viscomi, neodeputato.
La prima sessione dei lavori, presieduta da Federico Marazzi, comprende gli interventi di Enrico Cirelli, dell’Università di Bologna, su “Monasteri greci a Ravenna nell’alto Medioevo (VI-X sec.): storia e archeologia”; di Francesca Zagari, della Soprintendenza capitolina, su “I monasteri italo-greci medievali a Roma e nel Lazio.
Una lettura archeologica e topografica”; di Simona Salmieri, collaboratore della Soprintendenza di Napoli, su “Topografia, forme e sviluppo del monachesimo greco-orientale a Napoli nell’alto Medioevo”; e di Maria Rosaria Marchionibus, dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, su “Il monachesimo italo-greco nel Cilento, tra monumenti e storia”. La seconda sessione sarà presieduta da Enrico Cirelli e vedrà gli interventi di Nicodemo Abate e Alfonso Mammato, dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, su “Nuovi dati sul monachesimo in costiera amalfitana: l’esempio della Grotta dell’affresco (X-XI sec.)”; di Francesca Sogliani, dell’Università della Basilicata, su “Il monachesimo italo-greco in Basilicata. Ruolo e funzioni degli impianti monastici alla luce dell’archeologia”; di Paul Arthur, dell’Università di Lecce, su “Riflessioni intorno al primo monachesimo nel Salento”; di Lucia Arcifa, dell’Università di Catania, su “Monasteri italo-greci nella Sicilia altomedievale: dati archeologici e contesto territoriale”; e di Rossana Martorelli, dell’Università di Cagliari, su “Comunità monastiche italo-greche in Sardegna. Una questione ancora aperta”. La terza sessione, che si terrà sabato 24 marzo, sarà presieduta da Lucia Arcifa e riguarderà le relazioni di Vera Von Falkenhausen, su “I monasteri greci in Calabria: le fonti scritte”; di Giuseppe Roma, dell’Università della Calabria, su “Monasteri nella Calabria bizantina: le fonti archeologiche”; di Adele Coscarella, dell’Università della Calabria, su “Sant’Adriano a S. Demetrio Corone: archeologia di un monastero di origine bizantina e della sua chiesa”; di Mario Pagano, su “Una rilettura del Vivarium di Cassiodoro”; di Giuseppe Hyeraci, collaboratore della Soprintendenza archeologia di Reggio-Vibo, su “Il monachesimo italo-greco in territorio di Stilo tra età bizantina e normanna. Geografia e storia”; e di Francesco A. Cuteri, sul tema “Fra i luoghi della santità calabrogreca. Annotazioni archeologiche sulla Calabria centro-meridionale”.
Le conclusioni saranno di Federico Marazzi.
Carmela Commodaro