«Quanto affermato dall’ex sindaco ed ex presidente della Regione Calabria Guido Rhodio deve costituire il punto di partenza per guardare avanti e rilanciare la nostra città». Accoglie con convinzione l’appello di Rhodio all’unità, lanciato ieri dalle colonne di “Gazzetta”, il sociologo squillacese Franco Paonessa. «Da oltre dieci anni – rileva – sostengo posizioni indirizzate all’unione. In particolare, nella penultima tornata elettorale ho esternato ciò con forza, per evitare che il paese si spaccasse in due, cosa che poi purtroppo è accaduta».
Secondo Paonessa, «Squillace è in mano a pochi soggetti che non hanno voglia di desiderare, ma hanno solo il bisogno di soddisfare la sete di supremazia personale. Comportamenti sleali e infedeli di eletti che, anziché preoccuparsi del bene comune e prendersi cura degli altri, continuano a dividere la nostra comunità. I cittadini desiderano e auspicano un cambiamento radicale, ma sono prigionieri di questi pochi soggetti». Il sociologo, dunque, si chiede «quanti anni ancora dovranno passare prima che ciò possa accadere? Quanti fatti spiacevoli devono accadere per rappresentare ancora l’immagine sporca della nostra amata Squillace?».
Dunque, l’appello ai cittadini. «Uniamo le forze – sottolinea Paonessa – per una buona politica e per il bene comune. Le fratture alimentano una condizione di debolezza e instabilità che costituisce terreno fertile per episodi criminosi. Aspirare, dunque, all’unione non significa, come qualcuno mi ha detto, fare fantapolitica, ma rappresenta il continuare a credere nei veri valori, purtroppo spesso accantonati. Si sente forte l’esigenza di cambiamento e di unità».
«Il discorso del presidente Mattarella – conclude il sociologo – sembra scritto per Squillace: “sentirsi comunità significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri; significa pensarsi dentro un futuro comune, da costruire insieme; significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese”».
Salvatore Taverniti