Pezzi di cornicioni crollati sulla pubblica via. Accade a Squillace, in pieno centro storico, dove si è verificato il cedimento di una porzione di cornicione della basilica cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, sul lato sud, quello che si affaccia su via Santi Apostoli, nei pressi di piazza del Vescovado.
Del crollo si è preso atto ieri mattina presto e pare che il fatto si sia verificato di notte. Per fortuna nel momento del crollo dei calcinacci sulla strada non passava nessuno né vi erano parcheggiate automobili, come spesso accade.
Sul posto sono intervenuti gli uomini della polizia locale squillacese che hanno provveduto a delimitare l’area interessata per mettere in sicurezza la zona e per prevenire pericoli per l’incolumità delle persone. Intanto, le autorità comunali hanno avvisato il parroco della chiesa cattedrale, essendo l’edificio di proprietà diocesana. La cattedrale, di stile normanno, a pianta centrale di croce greca, subì danneggiamenti per via del terremoto del 1643 e venne definitivamente distrutta dal terremoto del 1783.
Fu fatta ricostruire dal vescovo Notaris, che la consacrò il 6 maggio del 1798. L’attuale chiesa è in stile neoclassico, a tre navate, con la facciata in pietra lavorata. Negli anni Cinquanta, il vescovo Armando Fares operò interventi strutturali, sottraendo l’edificio alle conseguenze delle alluvioni.
Negli anni Novanta, l’impegno dell’arcivescovo Antonio Cantisani e del capitolo cattedrale, col sostegno della Regione, hanno reso possibile, dopo due secoli, il completamento del transetto dell’abside e di altri lavori radicali, tra cui la sistemazione delle cappelle, il nuovo pavimento in marmo, gli arredi, le vetrate, il restauro della facciata e il nuovo altare; mentre l’arcivescovo Antonio Ciliberti ha inaugurato il mosaico absidale e l’arcivescovo Vincenzo Bertolone ha sostenuto l’ultimazione dei lavori nella cappella del Crocefisso.
I lavori di completamento del duomo, in particolare, erano cominciati nel 1994 con il suo consolidamento e ampliamento, a seguito anche della situazione di grave rischio provocata dal ristagno di acqua piovana, che si era formato dietro l’abside e che si infiltrava ormai da secoli nei muri, compromettendo seriamente la stabilità dell’edificio.
In seguito, è stato finanziato un progetto rientrante nei piani regionali per la tutela e la valorizzazione dei beni monumentali e culturali. L’intervento globale ha riguardato tre aspetti: il consolidamento statico, della facciata e della copertura; il restauro delle opere artistiche presenti; e le indagini archeologiche. Successivi interventi hanno interessato la pavimentazione, mentre la collocazione dell’altare maggiore e la realizzazione del grande mosaico nell’abside.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 23 set 2022)
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