Si è conclusa con successo a Torino la 26ª edizione del Salone Internazionale del Libro (16-20 maggio 2013).
Alla Calabria, Regione ospite, è stato dedicato ampio spazio; fitto il calendario di appuntamenti e presentazione di libri, un festival di incontri, dibattiti, suoni e colori, sotto la regia dell’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri.
Tra gli eventi principali: la presentazione del nuovo libro su Mattia Preti di Vittorio Sgarbi, edito da Rubbettino ; il ricordo di tanti personaggi calabresi (Alvaro, Repaci, Fiore, Cassiodoro ……); le conferenze sull’area archeologica di Sibari e sui Bronzi di Riace.
Nello stand della Regione esposti alcuni preziosi libri della Tipografia Storica Calabrese, tra cui il Commentario al Pentateuco, stampato a Reggio Calabria nel 1475, primo libro al mondo stampato in ebraico.
In mostra anche gli ori e gli argenti di Gerardo Sacco, le Ceramiche di Seminara, le tipicità agro-alimentari.
Esposto anche il Codice Romano Carratelli, un manoscritto acquerellato del 500 in pergamena rigida, nel quale sono raffigurati città fortificate, castelli, torri costiere, territorio e sistema difensivo nella Calabria Ultra.
L’incarico di realizzare il Codice fu quasi certamente una decisione del Viceré spagnolo per potenziare il sistema difensivo dalle incursioni turche. Il Codice porta il nome dell’attuale proprietario, l’On. Romano Carratelli, presente al Salone alla conferenza di presentazione.
Tra i 99 disegni acquerellati, di fattura pregevole e con testo illustrativo in elegante grafia dell’epoca troviamo:
a pagina 60 la Torre di Catanzaro con la città
a pagina 61 l’Ecclesia di Roccella nel territorio di Squillace ( nella foto ))
a pagina 62 una Torre in loco Coscia di Squillace.
Venerdì 17, alle ore 15, ospite del Salone l’Associazione Culturale Cassiodoro con la conferenza “Cassiodoro: Attualità di un genio”. L’ora infelice in cui l’evento è stato inserito, non ha permesso a molti di partecipare, buona comunque la presenza di pubblico in sala.
Tra gli squillacesi presenti, oltre al sottoscritto, anche Francesco Argirò, Graziella Polito, Antonio Severini, Assunta Severini, Giovanni Sia. Il Presidente, Don Antonio Tarzia, dopo aver illustrato il fine dell’Associazione che è quello di ‹‹ promuovere la conoscenza e la valorizzazione culturale dell’opera e del pensiero di Cassiodoro ›› lo ha definito ‹‹ politico, letterato, storico, un astro per tanti secoli dimenticato ed oggi riscoperto, personaggio del VI secolo che, per la sua modernità, sembra un uomo del nostro tempo ›› .
Infatti l’obiettivo politico-culturale di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro era l’incontro tra la tradizione romano-cristiana e la cultura dei popoli nuovi stanziati in Italia, convivenza fondata sul rispetto delle leggi, anticipando l’Unità dell’Europa. ‹‹ Tre le forze motrici di questo progetto: il Diritto Romano, la carità e la solidarietà cristiana , la forza in battaglia dei Goti; ma il Senato romano gli si rivoltò contro ››. Per Don Tarzia ‹‹ Cassiodoro pensava al futuro ma a differenza degli ideologi Campanella e Fiore, egli pensava ed agiva, fondava scuole e monasteri ››.
Ritiratosi dalla scena politica, il ritorno e il ritiro di Cassiodoro a Squillace coincidono con l’inizio della sua vita monastica e la fondazione del monastero VIVARIUM. Il monastero sorgeva nei pressi di Copanello e prendeva il nome da una serie di vivai di pesci fatti preparare da Cassiodoro.
I monaci erano dediti allo studio, alla riproduzione e alla conservazione di manoscritti per trasmettere l’immenso patrimonio culturale degli antichi alle future generazioni, modello cui successivamente si ispirarono i monasteri medievali come quelli Benedettini.
Don Tarzia, concludendo il suo intervento, ha ricordato che Cassiodoro ‹‹ per la sua vocazione religiosa, per la spiritualità dei suoi scritti nel Medioevo era chiamato Beatus ›› . Sante Bagnoli, fondatore ed attuale Presidente della casa editrice Jaca Book, ha ringraziato l’Associazione Cassiodoro perché la sua costituzione gli ha permesso di pagare un debito culturale, permettendogli di inserire Cassiodoro nella sua collana di cultura medievale, colmando una lacuna. Bagnoli ha definito Cassiodoro ‹‹ personaggio unico, uomo che parlava al futuro, uomo profetico, insegnava il rispetto delle altre culture, il rispetto del diverso. Un uomo di grande cultura che alla Calabria ha dato tanto, il Leonardo da Vinci dell’antichità ››.
Per il Professor Franco Cardini ‹‹ le nostre conoscenze su Cassiodoro derivano soltanto dalle sue stesse opere. Vittima di pregiudizi, ritenuto un collaborazionista dei Goti, contrastato dal Senato romano, Cassiodoro fu trascurato dagli intellettuali del tempo (da Procopio a Boezio). Oggi Cassiodoro va riscoperto, a parere anche di altri storici. ››
Nella relazione conclusiva, l’architetto Alessandro Pergoli Campanelli ha affrontato tematiche diverse e posto Cassiodoro alle origini dell’idea di restauro. Pergoli intravede in Cassiodoro una nuova sensibilità per la conservazione ed il restauro delle eredità del passato. ‹‹ Cassiodoro sembra quasi un maestro contemporaneo del restauro, esprime principi moderni, dà definizioni da specialista del settore, regge il confronto con le teorie odierne più raffinate››.
Per Cassiodoro bisogna ‹‹ costruire il nuovo ma conservare l’antico, i beni del passato vanno arricchiti non depauperati, bisogna restaurare per impedire il degrado, conservare per trasmettere qualcosa al futuro ››.
Alla fine della conferenza, le inevitabili foto di rito e un festoso saluto a Don Tarzia con l’augurio di rivedersi a Squillace in occasione del Premio Internazionale “Cassiodoro il Grande”.
Ermanno Voci