Cinque cartucce inesplose, probabile residuato bellico, sono state rinvenute in un muro a Squillace. Erano lì, in una cavità dell’antico muro perimetrale dell’orto dell’ex seminario vescovile, da molti anni, forse da cento, visto che qualche esperto le fa risalire alla Prima guerra mondiale, probabilmente utilizzate con il fucile modello 91 in uso al Regio esercito italiano dal 1891 al 1945. Anche se altri sostengono che, essendo prive di carica, potrebbero essere a salve e utilizzate per esercitazioni.
Le cartucce erano arrugginite e corrose dal tempo, rivenute in una lastrina da cinque colpi, che un tempo veniva usata per il caricamento veloce dell’arma. Accertamenti saranno svolti dai carabinieri, informati dell’accaduto. A rinvenire le vecchie munizioni è stata una donna del luogo, Beatrice Russomanno, che era andata insieme ad altre persone a ripulire l’icona del patrono di Squillace, Sant’Agazio, di cui ieri è stata celebrata la festa e che è collocata sulla parte esterna del muro nei pressi dell’omonima curva, in via Damiano Assanti, nel centro storico della città.
In una intercapedine, ripulita dall’erba e dal pietrisco, la donna ha rinvenuto le vecchie cartucce, ipotizzando che il ritrovamento sia connesso al periodo attuale che si sta vivendo, caratterizzato dall’emergenza coronavirus.
Alla figura di Sant’Agazio, peraltro, sono legati diversi aneddoti in tema di protezione della città di Squillace dai bombardamenti durante le guerre passate. «Per chi crede – ha affermato la signora Russomanno – anche il rinvenimento di vecchie munizioni potrebbe essere un segno di speranza e di ottimismo verso la sconfitta della pandemia».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)