Non 248mila euro e né, peggio, 469mila, ma solo 51mila euro. È quanto dovrà sborsare il Comune di Squillace ai proprietari del terreno dove è ubicato l’edificio che ospita la scuola dell’infanzia e attualmente anche la primaria, e il parco giochi nel quartiere Lido.
La vicenda dell’esproprio dell’area, risalente al 2004, ha tenuto con il fiato sospeso amministratori e cittadini squillacesi in quanto non era stata conclusa la relativa procedura burocratica. I proprietari, infatti, avevano fatto ricorso al Tar e al Consiglio di Stato chiedendo al Comune un congruo indennizzo.
La causa si è conclusa martedì scorso, quando il Consiglio di Stato ha riformato la sentenza di primo grado del Tar Calabria, stabilendo che l’indennizzo per l’esproprio del terreno deve essere determinato nella misura di 51.400 euro, mentre il Tar aveva stabilito un indennizzo di 248.000 euro; e addirittura in primo grado il consulente tecnico d’ufficio, nella prima bozza di relazione, aveva stimato il terreno per un valore di 469.000 euro. Insomma, si prospettava una batosta per le casse comunali.
La soddisfazione per la positiva conclusione della vertenza è tutta nelle parole del vicesindaco Stefano Carabetta, che ha anche la delega alla legalità e al contenzioso, il quale ha scritto al sindaco Pasquale Muccari e ai consiglieri comunali.
«Il Consiglio di Stato ha, peraltro, condannato le controparti – afferma Carabetta – alla refusione delle spese processuali del doppio grado di giudizio a favore del Comune di Squillace e ha posto a loro carico anche le spese della consulenza tecnica di primo grado e della verificazione di secondo grado.
I giudici di Palazzo Spada, facendo propria la posizione del nuovo verificatore, nominato nella persona del direttore provinciale di Catanzaro dell’Agenzia delle Entrate, hanno affermato che il terreno in questione non è edificabile e, pertanto, il relativo valore deve stimarsi avendo riguardo alla sua specifica destinazione urbanistica (F2, aree per attrezzature di interesse comune)». Secondo il vicesindaco, ha trovato piena conferma la tesi che egli stesso ha sostenuto sin dall’inizio nella controversia insistendo sulla natura non edificabile del bene al fine di far rideterminare l’indennizzo al professionista incaricato dal Comune per la quantificazione dell’offerta da formulare agli espropriati prima del giudizio di ottemperanza.
Carabetta puntualizza che l’esito favorevole si traduce in un risparmio per gli squillacesi di circa 200.000 euro. «E desidero per questo – conclude – ringraziare i nostri legali di fiducia Domenico Calderoni e Alessandro Consolo e l’ingegnere Felice Marascio, nostro consulente, i quali tutti hanno profuso il massimo impegno e hanno consentito di pervenire al lusinghiero risultato odierno».
Salvatore Taverniti, Gazzetta del Sud 5 gen 23