Mettere a punto un modello per il monitoraggio e la gestione delle aree costiere adiacenti al sito del canyon per valutarne i potenziali rischi geologici. Questo lo scopo principale della campagna oceanografica “Erodoto” svolta nella prima quindicina di luglio nel canyon sottomarino di Squillace, nel mare Ionio, a cura dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs).
La spedizione, che rientra nelle campagne scientifiche di Eurofleets+, alleanza di infrastrutture di ricerca marina europee nata per soddisfare le esigenze delle comunità di ricerca e industriali, a bordo della nave da ricerca Aegeo è partita il primo luglio scorso da Atene alla volta di Squillace per proporre un approccio metodologico innovativo integrato al fine di analizzare e quantificare le dinamiche erosive di questo canyon sottomarino, la cui particolarità è quella di erodere in modo retrogressivo in direzione della costa.
A bordo della nave Aegeo era imbarcato un team di ricerca internazionale composto da ricercatori provenienti da sei Paesi, Italia, Belgio, Grecia, Portogallo, Croazia e Sud Africa, afferenti a vari centri di ricerca europei. Davanti al golfo di Squillace, infatti, vi sono giganteschi canyon sottomarini che arretrando si fratturano, ed è questo un comportamento da tenere sotto controllo. Secondo quanto spiegato dalla ricercatrice dell’Ogs Silvia Ceramicola, che è anche la coordinatrice del progetto Erodoto, si è potuto indagare la morfologia e le litologie del canyon squillacese ricavandone mappe e immagini ad alta risoluzione, grazie al supporto di sofisticati strumenti di ricerca quali l’Auv (veicolo sottomarino autonomo) Barabas del Flanders Marine Institute e del Rov (sottomarino a comando remoto) dell’Hellenic Center for Marine Research.
I campioni di rocce e sedimenti prelevati aiuteranno gli scienziati a comprendere meglio l’evoluzione geologica del canyon.
In seguito l’istituto francese di ricerca Fremer, uno dei più autorevoli al mondo, effettuerà analisi geotecniche su carotaggi di sedimenti prelevati nel sito del canyon durante la campagna, contribuendo così alla nuova metodologia proposta e per valutare i potenziali rischi geologici per le aree costiere connessi con il canyon di Squillace.
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 30 luglio 2023