Una storia che merita di essere raccontata, accaduta in piena emergenza coronavirus, ha per protagonista una giovane brasiliana con sangue italiano. Lei si chiama Camila Christiano Gomes. Prima dello scoppio della pandemia, è arrivata in Italia, a Squillace, dall’Irlanda, dove è stata per sei mesi per imparare l’inglese. Voleva visitare per un po’ l’Italia, di cui è originaria la sua mamma, ma alcuni giorni dopo il suo arrivo, il coronavirus ha cambiato le cose.
«Doveva stare quindici giorni da noi – spiegano Sardo e Anna, della “Residenza Itaca” di Squillace, dove la ragazza ha alloggiato, un bed&breakfast che fa anche turismo sociale e fa parte della rete dell’associazione “Ospitalità e accoglienza” – ma a causa dell’emergenza sanitaria è rimasta con noi circa tre mesi».
Da cliente Camila è diventata ospite, in attesa che l’ambasciata le comunicasse che poteva tornare a casa. «Ho incontrato i signori Sardo e Anna – racconta Camila – e ci siamo subito piaciuti. Italiani e brasiliani sono molto simili e mi sono sentita come a casa. Giorni dopo il mio arrivo a Squillace, il mio biglietto di ritorno in Irlanda è stato cancellato. Poi riprogrammato e cancellato una seconda volta. Anche il biglietto per il Brasile è stato annullato.
Ho parlato con Sardo e Anna della mia situazione, perché ero molto preoccupata. E loro sono stati così buoni che mi hanno ospitata per tutto il periodo seguente». Camila telefona, dunque, in Brasile e racconta la vicenda ai suoi familiari, felici di sapere che era al sicuro.
«Mentre il tempo passava e il consolato brasiliano in Italia non mi dava risposte sul mio ritorno in Brasile – afferma – ho cercato di trascorrere le giornate nel migliore dei modi. Da quando sono arrivata a Squillace sono stata trattata in un modo molto speciale. Anche i vicini mi sorridevano e mi salutavano. Una ragazza mi ha addirittura chiamata dal suo balcone per offrirmi aiuto».
Camila racconta di momenti tranquilli, di assistenza eccellente, di ore trascorse con Spartaco, il pastore tedesco di Sardo e Anna, di “dolci risvegli”, grazie alle fette di torta e alla frutta trovate sul tavolo al mattino. «Quando dal consolato brasiliano – aggiunge – ricevetti la notizia che sarei potuta ripartire, ho avuto un doppio sentimento: felicità di tornare in Brasile per rivedere la mia famiglia e tristezza di lasciare persone così affettuose». Parole di gratitudine Camila rivolge anche ad Antonio Vitale, presidente del sodalizio “Italia Brasile”, con il quale l’associazione “Ospitalità e accoglienza” collabora e che segue la sua pratica di riconoscimento della cittadinanza italiana.
«Il mio obiettivo ora – conclude – è studiare l’italiano e tornare in Calabria. Quando l’emergenza sarà finita voglio che mia madre conosca il luogo in cui ho trascorso giorni importanti della mia vita. Quello che questo Paese ha fatto per me non lo dimenticherò mai.
Queste persone sono molto speciali». Una bella testimonianza di civiltà e solidarietà. Un significativo segnale di speranza e di umanità.
Salvatore Taverniti