Sono stati avviati nella sede di Ama Calabria, a Squillace, i corsi rivolti a donne in condizioni di difficoltà per una prospettiva lavorativa e di riconquista della propria autonomia attraverso la riscoperta dell’arte tessile, nell’ambito del progetto “Intrecci di vita 2.0”.
L’intervento è promosso dall’associazione Spazio Aperto con sede a Squillace Lido in partnership con i Comuni di Squillace e Girifalco, con Fondazione Città Solidale Onlus, Ama Calabria, Arsac Calabria, associazione “Tra Cielo e Terra”, Vitambiente, UniversoChiara, con il sostegno di Fondazione Con il Sud ed Enel Cuore Onlus. Il corso verte sulla storia e l’evoluzione delle diverse fibre utilizzate per la produzione dei capi di uso comune. Nella prima settimana sono stati affrontati in linea generale i temi della rifinitura e del confezionamento dei capi.
Nel mese di luglio si terrà il corso base di tessitura, calcolo dell’ordito, intrecci base otto licci e linguaggio internazionale nella sede del centro sperimentale dimostrativo dell’Arsac a Lamezia Terme. Nella stessa sede si terrà il corso di approfondimento sui tessuti doppi, quello relativo all’approfondimento dei tessuti a nido d’ape e quello sulla tintura e stampa dei tessuti, per poi concludere il percorso formativo nel laboratorio tessile di Squillace dove saranno trattati i concetti relativi al confezionamento e all’uso del telaio. Un percorso ambizioso che si propone di consentire alle donne partecipanti di trovare una seconda opportunità professionale, ma soprattutto di ritrovare la propria autonomia personale grazie anche alle attività di counseling e supporto psicologico previste nel progetto.
Per supportare questo percorso si prevede anche la costruzione di reti per la valorizzazione della filiera agro-tessile calabrese e un protocollo per il riciclo degli abiti usati che contribuiranno ad attivare processi di sviluppo locale attraverso il tessile artigianale in chiave innovativa e sostenibile, oltre alla promozione di workshop tematici.
L’obiettivo generale è l’inserimento sociale e lavorativo di persone con fragilità o a rischio di marginalità, devianza e disagio sociale, mediante l’attivazione di percorsi di accompagnamento all’autonomia, facendo leva sulle vocazioni e sulle eccellenze locali e favorendo il recupero di mestieri tradizionali a rischio scomparsa, opportunamente integrati e innovati grazie all’impiego di nuove tecnologie e idonei strumenti.