Dopo la chiusura di questi giorni del supermarket di Crotone, c’è apprensione e sconforto nei trenta dipendenti del supermercato a marchio “Carrefour” di località “Impise”, a Squillace Lido, gestito dalla società “Grande distribuzione lametina”, che ha chiuso i battenti nello scorso mese di giugno, in seguito allo sfratto da parte dei proprietari dei locali.
I trenta lavoratori ivi impegnati, in gran parte squillacesi e monoreddito, sono così passati alle dipendenze della società “Curatela fallimentare Di Più Distribuzione srl in liquidazione”, senza soluzione di continuità.
Sono ancora in attesa di ricevere lo stipendio di giugno, la tredicesima, la quattordicesima, oltre ai Rol (permessi per riduzione orario di lavoro), ferie, festività e tfr (trattamento fine rapporto).
A raccontarci lo stato d’animo attuale dei dipendenti è Domenico Megna, rappresentante sindacale aziendale della Uil-Tucs (turismo, commercio e servizi) e membro della segreteria provinciale. «Siamo vicini – afferma – ai colleghi del “Carrefour” di Crotone che in queste ore si trovano nella nostra stessa situazione.
Voglio precisare che la società “Grande distribuzione lametina”, che gestiva il supermercato squillacese, è stata sempre un’azienda solida e non ci ha mai fatto mancare lo stipendio a fine mese. Verso la fine di luglio, l’amministratore della società mi assicurava di aver corrisposto la mensilità di maggio, aggiungendo che avrebbe pagato il resto.
Ora purtroppo siamo a metà ottobre e non posso essere fiducioso nei suoi confronti, anche alla luce di ciò che sta accadendo a Crotone». Megna parla di situazione preoccupante. «Non abbiamo più ricevuto – rileva – né comunicazioni telefoniche né scritte, né tantomeno le nostre spettanze. La vera paura è che si apra un nuovo fallimento, come è successo cinque anni fa, e il rischio di perdere tutte queste somme.
In merito a quel fallimento, abbiamo avuto promesse dal curatore fallimentare che ci garantiva che erano state reperite somme che potevano essere distribuite in una piccola percentuale tra i dipendenti, ma alla fine si sono rivelate solo parole».
Come Uil-Tucs, intanto, sono stati aperti tutti i canali per poter essere accanto ai lavoratori, ma Megna crede che serva molto di più. «Ci aspettavamo un maggiore interessamento – puntualizza – da parte della politica. E, invece, solo promesse. L’unica speranza ce la fornisce il nostro avvocato che sta preparando gli atti per un’azione giudiziaria contro la società “Grande distribuzione lametina”».
«Se ci lasceranno in mezzo ad una strada – conclude Megna – la Uil-Tucs farà guerra aperta in tutte le sedi, perché trenta dipendenti a spasso sono altrettanti figli e mogli».
Salvatore Taverniti