Un percorso disseminato di rovi e arbusti, una panchina immersa nelle erbacce. È la situazione in cui versa la zona dell’antica “Torretta” nel centro storico di Squillace. A denunciarla un giovane del luogo, salito fin lassù per motivi di studio. Per lui si tratta di un vero e proprio “schiaffo alla cultura e alla nostra storia”.
La “Torretta” è ubicata nel sito denominato “Vecchio castello”. Nel 2011 l’amministrazione comunale aveva commissionato, per la prima volta, una campagna di scavi archeologici in quella struttura posta sull’altura prospiciente il castello con il quale comunica a vista. È a pianta quadrangolare e la sua base è integra mentre il corpo conserva solo parzialmente in elevato alcuni muri.
Nell’area esterna sono stati ritrovati un tegame e una brocchetta, integri, recanti tracce di esposizione al fuoco e disposti con il fondo verso l’alto, oltre a diversi frammenti ceramici.
L’interno della “Torretta” era riempito da uno strato di vegetazione, rimossa la quale è stato individuato un ulteriore strato di terra caratterizzato dalla presenza di frammenti di malta, pietre, radici, numerosi frammenti ceramici e qualche frammento osseo. Le indagini archeologiche all’interno della struttura hanno consentito di individuare qual era, almeno nell’ultima fase di vita, la funzione della torretta, interpretabile non come torre di avvistamento o di difesa, vista anche la presenza del vicinissimo castello, bensì come cisterna, adoperata tra i secoli XV–XVI come fonte di approvvigionamento idrico per il borgo in caso di attacchi esterni.
Al termine degli scavi, la zona è stata valorizzata con la realizzazione di un percorso agevole, illuminazione e panchine, anche per godere dello splendido panorama sul golfo di Squillace. Ciò che manca è la manutenzione. Ci vuole veramente molto poco per liberare dai rovi e dalle erbacce la stradina e far ritornare al suo splendore uno dei pregevoli monumenti storici della città.
Salvatore Taverniti