Giuseppe Mercurio, già sindaco e storico locale, ha scritto al nuovo parroco di Squillace, don Enzo Iezzi, in merito alla situazione strutturale della cappella di Sant’Agazio, ubicata nella basilica cattedrale.
Secondo Mercurio, infatti, c’è «l’impellente necessità di programmare un adeguato intervento per la cappella, in cui sono evidenti i segni di un pauroso degrado strutturale, talché non è azzardato ipotizzare anche preoccupazioni serie per la sicurezza dei fedeli.
I marmi che ornano i mosaici alle pareti laterali si presentano in alcuni punti sconnessi e lasciano intravedere possibili cedimenti». «Negli anni decorsi, ad onor del vero – aggiunge – molti importanti lavori sono stati eseguiti all’interno della nostra cattedrale: dall’ampliamento alla pavimentazione, al grande mosaico nell’abside; dalla sistemazione decorosa delle navate laterali alla realizzazione della cappella per la “Dormitio Virginis”, dagli affreschi sulle pareti alla dotazione dell’arredo dei banchi per l’assemblea.
Tutto torna a merito di un forte impegno degli arcivescovi che si sono succeduti alla guida della nostra diocesi, dell’attuale nostro Arcivescovo metropolita mons. Bertolone, del decano mons. Facciolo, del parroco emerito mons. Megna, con il sostanzioso contributo delle istituzioni civili, grazie alla mediazione ed al forte impegno dell’on. Rhodio.
Quanto alla cappella del nostro inclito patrono, l’ultimo intervento risale al 1974, anno in cui l’allora amministrazione comunale del sindaco Rhodio in prima persona ha realizzato i magnifici mosaici sulle pareti laterali, ideati e realizzati dal prof. Ugo Mazzei di Marina di Pietrasanta, unitamente ai marmi decorativi sulle stesse pareti».
Mercurio, nella lettera indirizzata al parroco chiede un intervento urgente per il consolidamento strutturale della cappella, che «è l’unico elemento superstite della vecchia cattedrale normanna, egregiamente incorporata con il progetto dell’arch. Rocchi nel nuovo edificio voluto dal vescovo Notaris dopo il disastroso terremoto del 1783.
Ciò è comprovato dalla composizione in marmo rosa del paliotto del 1580 dove insiste l’edicola con la statua di S. Agazio e con l’urna contenente le sacre reliquie. Vi è poi il magnifico altare in marmo bianco, opera dell’artista serrese Barillari del secolo XIX, voluta dal vescovo dell’epoca, Pasquini».
Secondo Mercurio, dunque, l’attenzione al santo patrono è stata sempre importante e continua, «per cui anche da parte nostra oggi meriterebbe una riviviscenza fatta di orgoglio e di impegno comune per recuperare sicurezza e decoro in onore del nostro Sant’Agazio».
«La mia – conclude la lettera a don Enzo – non vuole essere una sollecitazione del tipo “armiamoci e partite”, ma un “impegniamoci insieme” con un contestuale richiamo all’istituzione religiosa, a quella civile ed all’intera comunità dei fedeli perché si operi congiuntamente in uno sforzo comune mirato a ridare sicurezza e decoro alla cappella.
Penso che occorre promuovere una iniziativa di sensibilizzazione per tutta la comunità parrocchiale e non solo, in modo che, previa una valutazione tecnica appropriata, si possa conoscere in termini concreti quale potrebbe essere l’impegno economico da mettere in campo.
So bene che l’attuale comitato per la festa patronale incontra annualmente serie difficoltà per recuperare la necessaria contribuzione per sostenere le relative spese, ma penso che nella fattispecie si tratta di un impegno straordinario di tutti, da concretizzare con un forte richiamo al nostro dovere per rendere visibile e tangibile il nostro amore e la nostra devozione al nostro patrono. Personalmente io ci sono e ti sarò vicino nei modi e nei termini che riterrai più opportuni e convenienti per la nobile finalità».
Carmela Commodaro