“Ancora sulle case di Cassiodoro” di Lorenzo Viscido

Continuo a restare del parere che le “aedes Cassiodori” citate dal Lottelli e corrispondenti a quelle indicate con l’espressione “mo(nach)i… opera” nell’epigrafe di Matteo de Alemagna siano, come ho già dimostrato nel lontano 1999, strutture monasteriali della “congregatio” castellense.
L’ipotesi “sepolcro” avanzata dal Troncarelli, pertanto, non mi convince, come non mi convince nemmeno l’altra, “sepolcri”, che si creerebbe qualora seguissimo l’ipotesi dello studioso appena menzionato. “I sepolcri di Cassiodoro”? O mio Dio! Quanti ne avrebbe avuti l’ex ministro di Teodorico?Certamente non sarebbe “illogica” la sepoltura di Cassiodoro nelle sue cosiddette “case”, ma definirei tale l’interpretazione “sepolcri” che si darebbe al termine “aedes” nel caso accogliessimo l’ipotesi del Troncarelli.
Se il Lottelli avesse voluto parlare di “sepolcri” di Cassiodoro e di altri, non avrebbe scritto “aedes Cassiodori”, ma si sarebbe servito di un sintagma diverso che potesse indicare anche suoi illustri antenati (“Cassiodororum”). Insomma non avrebbe senso scrivere “sepolcri di Cassiodoro” per far capire che vi erano stati sepolti lui e suoi avi. In tal caso si sarebbe mutato il genitivo singolare “Cassiodori” in “Cassiodororum” (cfr., ad es., “in sepulcro Scipionum”: Cic., Arch. IX, 22) o al “Cassiodori” si sarebbe aggiunto qualcos’altro. Io sono di questo avviso, ma ognuno è libero di pensarla a modo suo.
Di diversa natura è, invece, il discorso concernente il fatto che nella zona vicina alle “case” in questione siano stati rinvenuti sepolcri. Quanto, poi, alla “tomba libertatis” (termine, il primo, utilizzato al posto del corretto sostantivo “tumba” quale si legge, ad es., in Prudenzio o San Girolamo), questa espressione andrebbe approfondita non nel suo più consueto significato negativo di “oppressione”, “sottomissione”, ma in quello di tomba che dà o conserva una libertà che altrimenti non è possibile (penserei ad una frase tipo “amata patria, tu sarai la tomba della libertà”, cioè “morirò per te, o patria, e in tal modo non diverrò schiavo di chi ti opprime”).
Circa, infine, l’interpretazione che il Troncarelli ha dato a quel che si legge nel Reg. Lat. 2077, manoscritto a quanto pare vivariense, in tutta sincerità non la condivido appieno.
LORENZO VISCIDO

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