Giovani ingegneri biomedici contribuiscono agli studi sulla produzione di energia rinnovabile da biomasse. Tra questi, Alfredo Maio, giovane bioingegnere di Squillace. Con il collega catanzarese Pietro Cinaglia, Maio ha condotto un esperimento interessante, sotto la supervisione del docente Antonino Fiorillo, dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, il quale abita a Squillace.
Il progetto, di cui il professor Fiorillo è responsabile scientifico, è denominato “Be&Save”: l’esperimento è stato condotto alla presenza dell’esperto tecnico-scientifico nominato dal Miur professor Vincenzo Vespri e dei responsabili dei rapporti fra Università e Miur ingegneri Giuseppe Galatà e Stefano Banini. In pratica, come spiegato da Fiorillo, «è stata svolta la prima fase di prove di monitoraggio del processo di digestione anaerobica per la produzione di energie da biomasse.
E’ stato verificato il funzionamento di una rete di sensori gestiti da remoto per il monitoraggio dei parametri chimico-fisici coinvolti nel processo di digestione al fine di controllare l’efficienza dell’intero sistema che include, oltre ad un cogeneratore, un sistema di accumulo energetico innovativo».
I giovani bioingegneri calabresi Maio e Ciniglia operano nell’ambito del corso di formazione denominato “Ricercatore esperto in sensori e nanotecnologie per la trasformazione delle biomasse”, in atto al Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Catanzaro.
Con il progetto in atto si prevede di realizzare un generatore di energia elettrica la cui fonte primaria di rifornimento è costituita dai rifiuti provenienti dalla filiera agroalimentare.
Salvatore Taverniti