Iniziativa pubblica sul referendum per l’abolizione della legge sull’autonomia differenziata. Si è svolta nel castello di Squillace su iniziativa del comitato contro l’autonomia differenziata, la giornalista Carmela Commodaro e l’attivista Sardo Bruzzese.
All’evento, durante il quale è stato possibile sottoscrivere per il referendum, hanno partecipato amministratori locali e del comprensorio. Ospite d’eccezione l’ex presidente della Regione Agazio Loiero, già ministro e parlamentare, che da tempo si è schierato contro l’attuazione di questa legge. Loiero ha messo subito in chiaro che tale legge «comporta insidie per il Sud, per cui occorre che i calabresi si mobilitino per firmare per il referendum e contro il leghismo che attenta all’unità del Pese».
L’ex uomo di governo ha fatto anche un po’ di storia sull’argomento ricordando il voto per il referendum confermativo, nel 2006, del testo costituzionale approvato solamente dal centrodestra e perorato con forza dalla Lega, cioè quella che Bossi definì “devolution”. «La sostanza di quella riforma – ha aggiunto – era stata all’epoca accettata di malavoglia dagli alleati di governo della Lega perché danneggiava il Sud, dove quei partiti disponevano di ampie quote di consenso.
Più o meno quello che sta avvenendo adesso. L’esito di quel referendum consacrò la Calabria, con il suo circa 80 per cento di “no”, al primo posto tra le regioni d’Italia che respinsero il testo». Per Loiero, è questo un vecchio pallino della Lega che tende sempre a secedere.
Con l’autonomia differenziata i tanti problemi della Calabria, primo fra tutti quello relativo alla sanità, si aggraverebbero. L’ex presidente ha fatto riferimento anche alla posizione dell’attuale governatore calabrese Roberto Occhiuto che seppur con ritardo ha chiesto una moratoria al Governo. Ma Loiero ha anche puntualizzato che la lotta contro l’autonomia differenziata e per il referendum non deve essere patrimonio solo del centrosinistra.
«E’ questa, infatti – ha proseguito Loiero – una legge che non conviene a Forza Italia, non conviene alla Meloni e, aggiungo, neanche alla Lega qui nel Mezzogiorno, che con l’autonomia differenziata perderebbe 75 miliardi l’anno».
All’evento, durante il quale è stato possibile sottoscrivere per il referendum, hanno partecipato amministratori locali e del comprensorio. Ospite d’eccezione l’ex presidente della Regione Agazio Loiero, già ministro e parlamentare, che da tempo si è schierato contro l’attuazione di questa legge. Loiero ha messo subito in chiaro che tale legge «comporta insidie per il Sud, per cui occorre che i calabresi si mobilitino per firmare per il referendum e contro il leghismo che attenta all’unità del Pese».
L’ex uomo di governo ha fatto anche un po’ di storia sull’argomento ricordando il voto per il referendum confermativo, nel 2006, del testo costituzionale approvato solamente dal centrodestra e perorato con forza dalla Lega, cioè quella che Bossi definì “devolution”. «La sostanza di quella riforma – ha aggiunto – era stata all’epoca accettata di malavoglia dagli alleati di governo della Lega perché danneggiava il Sud, dove quei partiti disponevano di ampie quote di consenso.
Più o meno quello che sta avvenendo adesso. L’esito di quel referendum consacrò la Calabria, con il suo circa 80 per cento di “no”, al primo posto tra le regioni d’Italia che respinsero il testo». Per Loiero, è questo un vecchio pallino della Lega che tende sempre a secedere.
Con l’autonomia differenziata i tanti problemi della Calabria, primo fra tutti quello relativo alla sanità, si aggraverebbero. L’ex presidente ha fatto riferimento anche alla posizione dell’attuale governatore calabrese Roberto Occhiuto che seppur con ritardo ha chiesto una moratoria al Governo. Ma Loiero ha anche puntualizzato che la lotta contro l’autonomia differenziata e per il referendum non deve essere patrimonio solo del centrosinistra.
«E’ questa, infatti – ha proseguito Loiero – una legge che non conviene a Forza Italia, non conviene alla Meloni e, aggiungo, neanche alla Lega qui nel Mezzogiorno, che con l’autonomia differenziata perderebbe 75 miliardi l’anno».
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 6 agosto 2024