Rivivono anche a Squillace i tradizionali riti della Settimana santa. Dopo la celebrazione delle Palme di domenica scorsa e l’incontro con i giovani delle due parrocchie, martedì santo si è tenuta la rappresentazione della “Via Crucis” per le strade del centro storico animata dalla pastorale giovanile.
Giovedì santo si ricorda l’istituzione dell’Eucarestia nell’Ultima Cena, con visita e adorazione ai sepolcri.
La messa “In Coena Domini” si celebra nella cattedrale di Squillace con la lavanda dei piedi a dodici anziani e giovani del luogo. Venerdì santo, dopo l’azione liturgica, si svolgerà la processione del Cristo morto, che partirà dalla basilica cattedrale. Il sabato santo, di buon’ora, avrà luogo la tradizionale processione della Madonna Desolata, che muoverà dalla chiesa di San Giorgio, mentre la solenne veglia pasquale si terrà verso la mezzanotte in cattedrale, presieduta dall’arcivescovo emerito mons. Antonio Cantisani.
La messa del giorno di Pasqua, sempre in cattedrale, sarà celebrata dall’arcivescovo metropolita mons. Vincenzo Bertolone. Per quanto riguarda le particolari tradizioni del periodo pasquale, a Squillace sono ancora vive soprattutto quelle gastronomiche.
Molte massaie del luogo preparano i dolci pasquali utilizzando i forni a legna: la “cuzzupa”, che è una specie di ciambella che si ottiene con farina, uova, latte, zucchero e buccia d’arancia grattugiata; e la “pitta cu ‘a nepita”, che si realizza con farina, uova, cannella, uva passa, noci e vino cotto.
Riti religiosi e tradizioni antiche che richiamano emigrati, turisti e visitatori nel borgo di Squillace per godere anche delle bellezze monumentali e visitare la cattedrale, insignita nei giorni scorsi della dignità di “basilica minore” da papa Francesco.
Salvatore Taverniti