Un altro passo verso il miglioramento del patrimonio storico di Squillace è costituito certamente dall’eliminazione di un grosso cavo della linea elettrica che penzolava proprio sulla facciata della storica “Casa di Cassiodoro”.
Lo rende noto il sindaco Enzo Zofrea, dando atto all’assessore comunale Gerardo Bertolotti, delegato al decoro urbano, che ha seguito la pratica relativa. «Per troppo tempo – specifica Zofrea – in tutte le immagini che ritraevano la cosiddetta “Casa di Cassiodoro”, una delle icone del nostro paese, spiccava un elemento di disturbo: un cavo elettrico penzolante, un’oscenità che deturpava la bellezza e l’eleganza di questo edificio così importante per la nostra identità. Sin dal primo giorno del nostro mandato, ci siamo attivati con determinazione per risolvere questa situazione, avviando una stretta corrispondenza con la società Enel affinché si intervenisse.
Sapevamo quanto fosse essenziale restituire dignità e decoro alla “Casa di Cassiodoro”, simbolo della nostra storia e del nostro turismo. Finalmente possiamo annunciare che il cavo è stato rimosso, permettendo a cittadini e visitatori di ammirare questo gioiello senza più elementi di disturbo. Squillace merita di essere valorizzata in ogni dettaglio, e questo è solo l’inizio».
L’immobile è sito nel centro storico di Squillace, nel cuore del borgo medievale, e secondo tradizione e studi tardo-medievali pare risalire ai monasteri di Cassiodoro, probabilmente del Castellense. Costituirebbe una porzione significativa di più vasti edifici e caseggiati che si estendevano verso il castello e nella pianura dell’attuale municipio, nei cui pressi risultano tracce di “celle vinarie” di epoca tardo-romana. L’edificio negli anni passati è stato completamente recuperato e spesso adibito a luogo di esposizione di mostre di vario genere e per la realizzazione di eventi culturali.
Secondo recenti studi, le cosiddette “Case di Cassiodoro” potrebbero indicare il sepolcro del grande umanista, statista ed asceta cristiano che egli stesso fece costruire per sé, mentre era ancora in vita. Se ciò fosse vero verrebbe confermata l’intuizione dello studioso squillacese Lorenzo Viscido, il quale ha pensato che la “Casa” potesse essere ciò che resta del monastero del “Mons Castellum” cassiodoreo costruito a Squillace.
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 14 set 2024