Guglielmo Pepe e la battaglia di Antrodoco: saggio scientifico dello storico reatino Lino Martini

Sul numero di ottobre di Nuova Antologia Militare, n. 5, Fascicolo 20, pp. 119-134, rivista interdisciplinare della Società Italiana di Storia Militare, è appena uscito un interessante articolo, dal titolo: Verità dimezzate. Le contrastanti versioni dei generali costituzionali sulla sconfitta di Rieti (7 marzo) e Antrodoco (9-10 marzo 1821).  Ne è autore lo storico reatino Lino Martini, il quale, come si evince dal titolo, mettendo a nudo le contraddizioni delle fonti, riesce a fare chiarezza sulla vicenda bellica e mette un punto fermo sul reale svolgimento della battaglia.

Come ormai noto, la sconfitta dell’esercito costituzionale del generale Guglielmo Pepe, consumatasi a vantaggio delle divisioni austriache del generale Johann Philip Frimont nei pressi di Rieti e in Antrodoco tra il 7 e il 10 marzo 1821, decretò la fine del governo liberale, maturato a Napoli a seguito dei moti carbonari del luglio dell’anno precedente.

Le fonti a cui la storiografia coeva e successiva all’evento si è ispirata in questi due secoli sono essenzialmente tre: la Storia del Reame di Napoli di Pietro Colletta (la fonte di maggiore successo), al tempo ministro interino della Guerra, i Mémoires di Michele Carrascosa, comandante in capo del Primo Corpo d’Armata, schierato sul rientrante campano-laziale e, in misura minore, le Memorie di Guglielmo Pepe, comandante in capo del Secondo Corpo d’Armata, schierato sul saliente abruzzese. Le narrazioni di Colletta e Carrascosa, pur diverse tra loro, convergono nel descrivere lo scontro come una scaramuccia, persa, a quanto riferiscono, per la disobbedienza, l’imperizia e la viltà di Pepe e per il disordine dominante tra militi e legionari.

Nelle sue Memorie, invece, Pepe spiega con dovizia di particolari le circostanze che lo indussero ad attaccare e il contegno fermo e incisivo dei suoi uomini nelle fasi più calde del combattimento. Siamo in presenza, quindi, di narrazioni divergenti, che non facilitano la migliore comprensione di quanto accadde sul saliente abruzzese prima, durante e dopo la battaglia. Da sempre, il problema è a chi dei tre autori dare credito, i quali, essendo implicati nella vicenda, nei loro racconti avrebbero potuto falsare, o distorcere, od occultare la verità o parte di essa. Maggior luce non venne dalle opere sull’argomento pubblicate dagli storici successivi.

 In presenza di fonti così distanti e divergenti, i vari autori si divisero nei giudizi e dettero credito ora alla versione di Colletta, ora a quella di Carrascosa e molto più raramente al racconto di Pepe. Scopo di questo studio è, quindi, rilevare le contraddizioni tra le fonti e ristabilire un minimo di verità sul fatto d’arme del 7 e 10 marzo 1821. La rivista è scaricabile gratuitamente accedendo al sito web https://www.tabedizioni.it/shop/product/numero-5-fascicolo-20-ottobre-2024-1663

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