Si concluderanno venerdì le attività della seconda campagna archeologica del “Vivarium Project”, iniziata il 24 giugno scorso. Il progetto è promosso dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana (Piac) in convenzione con l’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace e autorizzato dalla Soprintendenza archeologica.
Direttori scientifici sono il professore Gabriele Castiglia, docente di topografia dell’Orbis Christianus Antiquus, e il dottore Domenico Benoci, dello stesso Piac.
Quest’anno è stata avviata un’indagine nella zona di località Ceraso, in agro di Squillace, dove vi sono una serie di indizi che hanno fatto capire agli studiosi le potenzialità archeologiche di questo luogo. Nella zona esiste il toponimo “Piscopio”, che richiama il termine “episcopio” e dove sono state trovate tracce di edifici romani. Gli ultimi ritrovamenti sono stati, intanto, mostrati a diverse autorità nel corso di una visita svolta lunedì scorso sul posto.
Castiglia e Benoci hanno accolto nell’area di Ceraso l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace monsignor Claudio Maniago, il segretario generale del Piac monsignor Carlo Dell’Osso, il presidente della Provincia di Catanzaro Amedeo Mormile, quello della Camera di Commercio Pietro Falbo, il sindaco di Squillace Enzo Zofrea, l’assessora comunale al turismo Natascia Mellace, il consigliere comunale Mimmo Facciolo, l’archeologo Francesco Cuteri, docente dell’Accademia di Belle Arti, don Pasquale Gentile, economo della Conferenza episcopale calabra, e i parroci di Squillace don Enzo Iezzi e padre Piero Puglisi.
Durante il sopralluogo è stato riferito del rinvenimento di reperti di particolare interesse archeologico quali un’antica domus romana; un calidario, ovvero un’area facente parte di un sito termale; e monili e frammenti di vasi in terracotta che fanno ipotizzare la presenza in questi luoghi di un importante insediamento. Gli approfondimenti saranno illustrati nel dettaglio domani nel corso di un incontro nella Casa delle culture, a Squillace.