Dopo la presentazione ufficiale delle cavità rupestri scoperte in agro di Palermiti, che hanno destato un grande interesse alla comunità scientifica e nei cittadini, la sezione di Italia Nostra di Soverato-Guardavalle esprime grande emozione per essere stata parte attiva dell’importante iniziativa culturale.
L’evento è stato organizzato dal Comune di Palermiti con Italia Nostra, la Deputazione di storia patria della Calabria e il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. Come fanno sapere Angela Maida e Raffaele Riverso, di Italia Nostra, la scoperta delle cavità rupestri di Palermiti nasce da un’intuizione dei palermitesi Renzo Peronaci e Loredana Teti.
«Il primo impegno – affermano Maida e Riverso – è stato quello di accertare l’importanza delle iconografie all’interno delle cavità prima dell’opportuna e urgente segnalazione alla Soprintendenza.
L’aiuto del professore Francesco Cosco, della Deputazione di storia patria, è stato prezioso poiché la sua prima relazione ha supportato la segnalazione inviata dal sindaco Domenico Emanuele alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone, e l’unicità del manufatto è stata confermata dall’archeologo Eugenio Donato inviato dalla stessa Soprintendenza per le necessarie verifiche.
Intanto, un presidio della sezione Italia Nostra Soverato-Guardavalle è nato subito a Palermiti, rappresentato dall’antropologa Patrizia Giancotti, con lo scopo di avviare un percorso di approfondimenti e valorizzazione di questi luoghi che si preannunciano di grande interesse per la consistente presenza di cavità sparse nel territorio palermitese». Grazie a questo lavoro in sinergia si è giunti poi al riconoscimento delle cavità rupestri come “beni di interesse culturale”.
È seguito l’interesse del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, in rappresentanza del quale è intervenuto approfonditamente il professore Domenico Benoci. «La scoperta delle grotte in località Dragu di Palermiti – ha rilevato Benoci – permette di inserire un altro tassello nel complesso studio della cristianità nell’ambito della Regio III tardo antica. Si tratta di una scoperta di cui gli abitanti di Palermiti possono andare fieri e che necessita di tutela e di maggiori approfondimenti».
La soprintendente Stefania Argenti ha evidenziato che nel territorio palermitese ci sono tracce importanti della storia e occorre che debba essere letto, riletto, scoperto e amato. Alla luce di tutto questo, la sezione Italia Nostra di Soverato-Guardavalle auspica che «la comunità prenda coscienza del proprio patrimonio culturale e collabori alla ricerca mettendo da parte gelosie, avversità politiche e personalismi. Occorre porsi un obiettivo comune in un’ottica di conoscenza e di valorizzazione, attirare la comunità scientifica e propendere per uno slancio culturale dei paesi interni che hanno tanto da proporre. Potrebbe conseguirne un’economia diffusa e destagionalizzata, diversa dal turismo balneare ma ricca di contenuti e opportunità».
L’evento è stato organizzato dal Comune di Palermiti con Italia Nostra, la Deputazione di storia patria della Calabria e il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. Come fanno sapere Angela Maida e Raffaele Riverso, di Italia Nostra, la scoperta delle cavità rupestri di Palermiti nasce da un’intuizione dei palermitesi Renzo Peronaci e Loredana Teti.
«Il primo impegno – affermano Maida e Riverso – è stato quello di accertare l’importanza delle iconografie all’interno delle cavità prima dell’opportuna e urgente segnalazione alla Soprintendenza.
L’aiuto del professore Francesco Cosco, della Deputazione di storia patria, è stato prezioso poiché la sua prima relazione ha supportato la segnalazione inviata dal sindaco Domenico Emanuele alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone, e l’unicità del manufatto è stata confermata dall’archeologo Eugenio Donato inviato dalla stessa Soprintendenza per le necessarie verifiche.
Intanto, un presidio della sezione Italia Nostra Soverato-Guardavalle è nato subito a Palermiti, rappresentato dall’antropologa Patrizia Giancotti, con lo scopo di avviare un percorso di approfondimenti e valorizzazione di questi luoghi che si preannunciano di grande interesse per la consistente presenza di cavità sparse nel territorio palermitese». Grazie a questo lavoro in sinergia si è giunti poi al riconoscimento delle cavità rupestri come “beni di interesse culturale”.
È seguito l’interesse del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, in rappresentanza del quale è intervenuto approfonditamente il professore Domenico Benoci. «La scoperta delle grotte in località Dragu di Palermiti – ha rilevato Benoci – permette di inserire un altro tassello nel complesso studio della cristianità nell’ambito della Regio III tardo antica. Si tratta di una scoperta di cui gli abitanti di Palermiti possono andare fieri e che necessita di tutela e di maggiori approfondimenti».
La soprintendente Stefania Argenti ha evidenziato che nel territorio palermitese ci sono tracce importanti della storia e occorre che debba essere letto, riletto, scoperto e amato. Alla luce di tutto questo, la sezione Italia Nostra di Soverato-Guardavalle auspica che «la comunità prenda coscienza del proprio patrimonio culturale e collabori alla ricerca mettendo da parte gelosie, avversità politiche e personalismi. Occorre porsi un obiettivo comune in un’ottica di conoscenza e di valorizzazione, attirare la comunità scientifica e propendere per uno slancio culturale dei paesi interni che hanno tanto da proporre. Potrebbe conseguirne un’economia diffusa e destagionalizzata, diversa dal turismo balneare ma ricca di contenuti e opportunità».
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 4 lug 2024