Le maioliche sono ceramiche decorate con smalti colorati, tipiche della tradizione artistica italiana.
Tra le regioni che hanno contribuito allo sviluppo e alla diffusione di questa arte, la Calabria occupa un posto di rilievo, grazie alla presenza di centri produttivi di grande qualità e originalità.
In particolare, tra il ‘600 e il ‘700, due località calabresi si distinsero per la loro produzione di maioliche: Gerace e Squillace. Queste due città, situate sulla costa ionica della Calabria, furono influenzate dalle correnti artistiche provenienti da Venezia, Malta e dal resto del Mediterraneo, ma seppero anche creare uno stile proprio e distintivo.
Le maioliche di Gerace
Gerace fu uno dei primi centri a introdurre la tecnica della copertura stannifera, ovvero l’utilizzo di uno smalto bianco opaco a base di stagno, che permetteva di ottenere una superficie liscia e luminosa, adatta a ricevere le decorazioni policrome.
Le maioliche di Gerace si caratterizzarono per la ricchezza e la varietà dei motivi ornamentali, che spaziavano dai temi geometrici, floreali e animali, a quelli figurativi, religiosi e mitologici. Tra le forme più diffuse, vi furono i piatti da pompa, usati per le occasioni solenni, i bacili da toeletta, i vasi da farmacia e le riggiole, mattonelle usate per rivestire pavimenti e pareti.
Le maioliche di Gerace ebbero una notevole diffusione e prestigio, tanto da essere esportate in diverse località del Mediterraneo, come Malta, dove sono conservati alcuni esemplari di rara bellezza.
Le maioliche di Squillace
Squillace fu un altro polo importante della produzione ceramica calabrese, che raggiunse il suo apice nel corso del ‘700. I maestri fajenzari di Squillace si specializzarono nella realizzazione di maioliche a copertura stannifera con decorazioni in blu cobalto, ispirate alle porcellane cinesi che in quel periodo erano molto richieste in Europa.
Le maioliche di Squillace si distinsero per la finezza e l’eleganza delle forme e dei disegni, che riproducevano motivi floreali, paesaggistici e architettonici. Tra le opere più significative, vi furono i vasi da farmacia, i piatti da portata, i bacili da lavanda e gli embrici, tegole usate per coprire le cupole delle chiese.
Le maioliche di Squillace ebbero una vasta diffusione in tutta la Calabria e oltre, arrivando fino a Cosenza dove sono documentati per una commessa di riggiole. Un esempio eccezionale della produzione squillacese è il bacino istoriato con la figura di uno zappatore sormontata da un uccello, acquistato a Londra dal Museo delle Ceramiche di Calabria.