Concluso il Vivarium poject con una conferenza di mons. Dell’Osso su Cassiodoro

Si è conclusa con un’interessante conferenza su Cassiodoro il Grande la prima parte del Vivarium Project, che ha visto a Squillace e Stalettì la presenza degli esperti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana (Piac).
Tre settimane di duro lavoro per un progetto più ampio che punta sulla ricerca, lo studio e la valorizzazione scientifica nei territori dei due comuni con l’obiettivo principale dell’approfondimento storico-archeologico dei luoghi di Cassiodoro.

La parte divulgativa è stata svolta attraverso le Giornate Vivariensi. È stato il direttore di progetto e di scavo Gabriele Castiglia a illustrare brevemente la campagna svolta, sottolineando che la ricognizione delle aree servirà a valutarne l’interesse storico e il potenziale archeologico. Il segretario del Pontificio istituto mons. Carlo Dell’Osso, concludendo la serie delle conferenze, si è soffermato sulla figura di Cassiodoro in ambito storico-letterario. Dopo la collocazione all’interno del suo contesto storico (Cassiodoro nacque sotto Odoacre e lavorò sotto Teodorico), Dell’Osso ha fatto cenno alla famiglia dei Cassiodoro, soffermandosi poi sulla carriera politica. Cassiodoro era il cognome, mentre uno dei suoi nomi era Senatore.

Nacque intorno al 485 a Scolacium dove passò infanzia e giovinezza.  Fu consiliarius del padre, poi nominato da Teodorico quaestor, segretario particolare del re. In questo ruolo, prendeva appunti di quanto il re ordinava e li sviluppava in lettere da inviare a nome dello stesso re: una scelta di questa corrispondenza andò a costituire i primi libri delle “Variae”.
Fu corrector Lucaniae et Bruttiorum e dopo la morte di Teodorico fu nominato praefectus praetorio. Al termine della guerra gotica si ritirò a Scolacium, dove fondò il Vivarium, dedicandosi a interessi spirituali e teologici per 30 anni. Dopo aver fatto riferimento alla sua vasta produzione letteraria citando le opere più importanti, mons. Dell’Osso ha spiegato la vita di Cassiodoro e dei monaci di Vivarium dove vi era una biblioteca intesa non solo come luogo dove si conservano libri, ma anche dove si studiano, si copiano e si confezionano.

«Lui – ha puntualizzato il segretario del Piac – voleva studiare e conservare la Sacra Scrittura, salvare i libri. I monaci selezionavano i libri da copiare ed era importante il materiale librario, gli stili calligrafici e l’ortografia. Era un monastero di monaci colti. Secondo Cassiodoro bisognava vivere la vita cenobitica e poi andare ad un livello superiore, cioè alla vita eremtica.
Il Vivarium era importante anche per l’arte medica, fungendo da ospedale, oltre che l’accoglienza dei pellegrini e dei monaci di passaggio».
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 2 agosto 2023

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