È stato presentato a Squillace il progetto di ricerca, di studio e di valorizzazione scientifico-divulgativa nei territori di Squillace e Stalettì, promosso dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana di Roma, che ha avviato una campagna di ricognizione archeologica sui luoghi di Cassiodoro aperta a studenti e laureati dei vari indirizzi di Scienze dei Beni culturali.
Sono previste attività di analisi topografica, laboratori di processazione dei materiali e momenti di formazione specifica.
Il progetto, che avrà la durata di cinque anni, si avvale della collaborazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle province di Catanzaro e Crotone, dell’arcidiocesi, dell’Istituto Cassiodoro, della Pro loco e delle due amministrazioni comunali.
L’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace mons. Claudio Maniago ha parlato di «movimento positivo che contribuirà alla scoperta di tesori sepolti; un’iniziativa-simbolo con cui si va a cercare il bello».
La soprintendente Stefania Argenti ha evidenziato che si tratta di «una campagna che accende l’attenzione su un periodo storico e un personaggio molto importanti; si attendono per questo spunti importanti per valorizzare questo territorio, migliorarlo e reinterpretarlo». Interventi di saluto sono stati svolti anche dalla presidente dell’Istituto Cassiodoro Chiara Raimondo, dai sindaci di Squillace e Stalettì Pasquale Muccari e Mario Gentile e dal presidente della Pro loco Sandro Mauro, all’interno di uno scambio di riflessioni moderato da Dante Palmerino.
I direttori scientifici delle attività Domenico Benoci e Gabriele Castiglia, del Pontificio Istituto, hanno poi illustrato nei dettagli il progetto, denominato “Vivarium Project”.
Si prevede la ricognizione sistematica delle aree per valutarne l’interesse storico e il potenziale archeologico, la ricognizione delle emergenze archeologiche, lo studio dei materiali raccolti, la produzione di una carta del rischio che integri i piani urbanistici dei due comuni interessati, la didattica rivolta agli studenti e ai volontari, eventuali seminari di archeologia cristiana, la pubblicazione e la diffusione dei risultati.
Con l’ambizione anche che il progetto sia propedeutico ad attività su più ampia scala: una volta terminate le analisi diagnostiche non invasive e individuati i siti più importanti, si punta a stimolare e avviare campagne archeologiche di scavo estensivo con lo scopo di arricchire il bagaglio di conoscenze sui luoghi cassiodorei e di valorizzare il territorio dei comuni di Squillace Stalettì nella loro contemporaneità.
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 13 luglio 2023