Quello relativo al grosso muro in cemento che sostiene il sovrastante terreno in cui è situato il giardino botanico, oltre alla zona della “Torretta”, e che risulta in più parti lesionato soprattutto in corrispondenza del passaggio esterno a ridosso delle case popolari di viale Fuori le Porte, prima traversa, a Squillace, è ancora un caso irrisolto. È di questi giorni l’ennesima segnalazione di pericolo inviata dal presidente del Consiglio comunale Paolo Mercurio alla dirigenza dell’Aterp di Catanzaro e questa volta anche alla Procura della Repubblica.
Da diversi anni, infatti, pur in presenza di un finanziamento assegnato, non si è riusciti a dare concreto avvio ai lavori indispensabili per realizzare quanto necessario per superare le criticità e i rischi tuttora esistenti e consolidare i due immobili presenti. Le case popolari di viale Fuori Le Porte sono state costruite negli anni Ottanta per essere assegnate a famiglie di agricoltori, per complessivi dieci nuclei familiari, e si compongono di due fabbricati.
Ad essere interessato maggiormente al pericolo è il fabbricato “B”, in cui abitano cinque famiglie. Mercurio si dice seriamente preoccupato perché «il muro è in costante e crescente fase di distacco dalla struttura di contenimento dal pianoro sovrastante e crea un gravissimo pericolo per le persone e le cose, a causa dello scivolamento dello stesso in direzione della palazzina, che ha già provocato il rialzo della pavimentazione frapposta per effetto dello schiacciamento». Il presidente del Consiglio precisa che c’è il pericolo rappresentato dalla «muraglia alta 5 metri per la lunghezza di metri 20 e inizialmente distante circa tre metri dal fabbricato».
«L’azienda Aterp – insiste Mercurio – è stata più volte informata del pericolo e sollecitata a porre rimedio. Dall’ultimo sopralluogo la situazione di pericolo si è ulteriormente aggravata, risultando il distacco della struttura dagli iniziali 5 centimetri agli attuali 30. Su richiesta della stessa Aterp nel luglio 2019 è stata stipulata una convenzione al fine di ripristinare lo stato del manufatto e mantenere i parametri di sicurezza necessari, cosa che ad oggi non è stata posta in essere».
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud, 15 giugno 2023