L’aveva sottolineato fieramente in una delle prime interviste dopo l’insediamento, il 9 gennaio scorso («Una delle prima diocesi del Sud Italia è Squillace»); e una settimana dopo, il nuovo arcivescovo mons. Claudio Maniago è stato accolto nella basilica concattedrale di Squillace, dove ha presieduto la concelebrazione solenne nella festa della traslazione delle reliquie del patrono Sant’Agazio. Domenica scorsa è stata una giornata intensa per mons. Maniago che, come fece il futuro papa Giovanni XXIII nel 1920, quando era nunzio apostolico, ha fatto sosta al Santuario della Madonna del Ponte, posto nella vallata del fiume Alessi, dove è stato accolto dal rettore padre Piero Puglisi, ha recitato la preghiera di affidamento alla Madonna ed ha fatto un omaggio floreale.
Poi si è diretto nel centro storico, dove, nel monastero, ha incontrato le suore carmelitane della comunità contemplativa. Nella basilica cattedrale l’arcivescovo è stato accolto dai fedeli, presenti alcuni sindaci del comprensorio, autorità civili e militari e molti sacerdoti della diocesi. «Benvenuto tra noi – ha affermato il parroco don Enzo Iezzi – per camminare insieme alla nostra dolce comunità».
Il sindaco di Squillace Pasquale Muccari ha promesso collaborazione e impegno nel servizio pastorale che mons. Maniago intenderà offrire alla comunità. L’architetta Maria Teresa Alcaro ha presentato il lavoro di restauro che ha interessato la cappella monumentale dove sono custodite le ossa del santo patrono Agazio, che al termine l’arcivescovo ha benedetto e inaugurato.
«Oggi – ha sottolineato mons. Maniago – si completa il mio ingresso in diocesi. Con orgoglio vengo a Squillace che, risalendo ai primi tempi dell’era cristiana, è stata una tra le più antiche diocesi del Sud Italia. Avrò il piacere di scoprire questa comunità e intanto raccolgo la ricchezza di questo territorio». Durante la solenne concelebrazione per la festa della traslazione delle reliquie del patrono, mons. Maniago ha evidenziato che «questo è l’inizio di una pagina nuova, di un cammino che viene da lontano e che va lontano».
«Questa diocesi – ha ribadito – ha radici davvero lontane nel tempo; e questa antichità per noi non è solo portatrice di un orgoglio che guarda al passato, ma costituisce una promessa per andare avanti». «Voglio cominciare il mio ministero episcopale – ha concluso l’arcivescovo Maniago – con l’assunzione di un impegno: che questa diocesi sia una Chiesa che cammina insieme sulle vie che il Signore traccia».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 18 gen 2022)