Nell’ambito delle sue attività culturali e ambientali, la Pro loco “Scolacium” di Squillace, presieduta da Daniela Cristofaro, ha organizzato un’escursione lungo il fiume Pellene-Alessi, alla scoperta di una zona del territorio squillacese ancora poco conosciuta e incontaminata.
Una esperienza unica nel suo genere, alla quale hanno preso circa 50 escursionisti anche di altre regioni. Guidato da Agazio Gagliardi, con la collaborazione di Agazio Mellace, Gerardo Settembrino, Gabriele Mauro, Luca Corapi e Giuseppe Falcone, il gruppo ha percorso la vecchia mulattiera, ripristinata dai volontari per l’occasione, che conduce all’antico mulino di Musca. Lungo il percorso si sono potuti ammirare gli insediamenti cassiodorei, tra cui un probabile porticciolo fluviale, oltre alla cosiddetta “gurna d’a villicedha”, il mulino di Sardedha, i resti di un antico ponte, una calcara medievale, fino a raggiungere una suggestiva cascatella e un laghetto.
Proprio qui ha preso corpo una simpatica sorpresa: limprovvisa comparsa di tre belle ragazze (Chiara Sinopoli, Alessandra Condito e Lavinia Di Leo) vestite da ninfe, per cui il posto è stato subito ribattezzato “cascatella e laghetto delle ninfe”. La comitiva è rimasta entusiasta e affascinata dalla bellezza dei luoghi, che andrebbero maggiormente valorizzati dal punto di vista naturalistico.
Sarebbe opportuno pensare alla realizzazione di un percorso accessibile a tutti. «L’80% della popolazione squillacese – afferma la guida Agazio Gagliardi – non conosce il nostro territorio. Con l’organizzazione delle varie escursioni, infatti, cerchiamo di coinvolgere soprattutto i giovani perché possano prender atto del patrimonio naturalistico di cui siamo circondati». «Secondo il professore Mario Pagano, già soprintendente ai beni artistico-monumentali di Cosenza-Catanzaro-Crotone – aggiunge lo storico della Pro loco Agazio Mellace – questo zona, che comprende anche il sito dell’attuale chiesa della Madonna del Ponte e la vicina casa rurale ”Turra Arangia”, potrebbe essere una parte del monastero Vivariense di Cassiodoro, così come verrebbe rappresentata nella famosa miniatura del manoscritto di Bamberg».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 21 agosto 2021)