Si chiama “Tartamar” ed è in pieno svolgimento. È il progetto per il monitoraggio dei nidi di tartaruga marina “Caretta caretta” su gran parte dei litorali calabresi. Continua a dare i suoi frutti ed è autorizzato dal Ministero dell’Ambiente: vede la stretta collaborazione tra il WWF, il Dipartimento di biologia, ecologia e scienze della Terra dell’Unical e l’associazione Cesram (centro studi e ricerca ambiente marino), rappresentati rispettivamente da Angelo Calzone, Antonio Mingozzi e Maria Assunta Menniti. Come accaduto nei giorni scorsi sul litorale di Squillace, dove è stato rinvenuto un nido di tartaruga marina, ora c
ontinuamente monitorato e tutelato, scopo del progetto è di andare alla ricerca delle caratteristiche tracce del rettile marino e dei nidi scavati nella sabbia, metterli in sicurezza fino al momento della schiusa, cercando di limitare al massimo i fattori di disturbo, come il calpestio, il traffico di veicoli di qualsiasi genere sulle spiagge, l’uso di mezzi meccanici per la pulizia dei lidi, il disturbo causato dall’inquinamento luminoso al momento della schiusa, senza trascurare il fondamentale aspetto educativo delle persone (bagnanti, pescatori, gestori di lidi), che a diversi livelli frequentano le spiagge in questo periodo così delicato per la sopravvivenza delle tartarughe marine.
«Dopo i primi, pionieristici dati raccolti sulle nidificazioni e gli innumerevoli interventi sugli spiaggiamenti di “Caretta caretta” in Calabria a partire dagli anni Ottanta effettuati dal WWF – spiega il delegato regionale WWF Calabria Calzone – gli studi sull’importanza delle coste calabresi per la riproduzione della specie hanno avuto un fondamentale impulso grazie alle ricerche organizzate dal 2000 da parte del professor Mingozzi, tanto da accertare il primato assoluto della Calabria tra tutte le regioni italiane per numero di nidi. Inoltre, grazie all’impegno dei volontari del WWF crotonese, l’associazione gestisce il centro di recupero di tartarughe marine di Isola di Capo Rizzuto per la cura, la riabilitazione e la liberazione di esemplari feriti o in difficoltà.
Sul Tirreno catanzarese collabora con noi l’associazione “Costa Nostra”. Chiunque poi vanti la partecipazione con noi alla gestione dei nidi lo fa dicendo una cosa non vera». Il progetto di monitoraggio, che sta regalando grandi soddisfazioni, è iniziato a giugno ed è in pieno svolgimento. Lo stesso vede il coinvolgimento di ben ottanta volontari sparsi su buona parte del litorale calabrese e ha come referenti delle diverse zone volontari, naturalisti e biologi come Jasmine De Marco (coordinatrice), Maria Assunta Menniti, Nicoletta Boldrini, Silvio Cimbalo, Paolo Asteriti, Giusi Maio, Maria Vittoria Marra, Cosimo De Luca, Gianni Argirò.
«In caso di avvistamento di una traccia sulla sabbia o di una tartaruga in fase di emersione o di deposizione – conclude Calzone – invitiamo a contattare la coordinatrice operativa del progetto al 3313131026, oppure i profili social del WWF Vibo-Stilaro, su Facebook e Instagram».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 7 agosto 2021)