Si è tenuta, a Roma, al Teatro Petrolini, la conferenza-spettacolo del professore Peppino Scalzo, docente di Squillace, su Luigi Pirandello e la sua arte. Il titolo “Pirandello e i sei personaggi” fa intuire che l’argomento iniziale del racconto è stata la prima mondiale di “Sei personaggi in cerca d’autore”, uno dei capolavori di Pirandello, considerato da molti critici l’atto di nascita del teatro moderno. L’opera fu rappresentata cento anni fa al Teatro Valle di Roma e fu un insuccesso clamoroso, perché non fu subito capita.
Scalzo, partendo dalla caduta di quella prima e dal successo che il dramma ebbe poi al Manzoni di Milano e in tutto il mondo, ha raccontato la vita e l’arte di Pirandello usando la tecnica della narrazione partecipata, portando sul palco gli spettatori che sono diventati interpreti del suo intenso dire. Due ore e trenta, senza un attimo di sosta, con ripetuti applausi e con sorrisi compiaciuti di una platea che non si aspettava un evento così pieno di informazioni, soste riflessive e soprattutto così divertente.
«Quando inizio a raccontare Pirandello – afferma Scalzo – il problema principale è il tempo, perché scorre velocissimo, mentre la mia voce si sposa con il fare del pubblico chiamato sul palco e, dunque, il flusso narrativo si arricchisce del fidato intervento dei presenti.
Questo canone espositivo mi permette di conquistare rapidamente l’attenzione e la stima di tutti e di trasformare una conferenza in uno spettacolo di voci e di improvvisazione». Sul palco è salito anche un ragazzo di 13 anni, Federico, che ha interpretato Pirandello fanciullo, secondo la ricostruzione storica che ci ha lasciato Federico Vittore Nardelli, ingegnere di Avezzano e biografo ufficiale dello scrittore siciliano. «Sono molto soddisfatto – aggiunge il docente squillacese – anche perché i commenti all’uscita hanno entusiasmato anche il direttore del teatro Paolo Gatti, che promuove spesso iniziative culturali legate alla città di Roma».
Scalzo ha promesso di raccontare Pirandello anche in Calabria per rendere omaggio alla sua terra e ad uno scrittore che cento anni fa, nel 1921, cambiò completamente, come ricordava Andrea Camilleri, il teatro mondiale.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 16 maggio 2021)