E’ stata ricordata a Squillace, oggi pomeriggio, con una solenne concelebrazione in cattedrale, presieduta dal vicario generale dell’arcidiocesi mons. Gregorio Montillo, la traslazione delle reliquie di Sant’Agazio, patrono della città e compatrono dell’arcidiocesi.
Al rito religiosi hanno preso parte diversi sacerdoti della forania e una rappresentanza dell’amministrazione comunale con il sindaco Pasquale Muccari. Nell’omelia, mons. Montillo si è soffermato sulla figura di Sant’Agazio, sottolineando che «la scoperta di Gesù è quella che ti cambia la vita: pensiamo a Sant’Agazio, il suo incontro con Gesù ha cambiato la vita di questo uomo che era al servizio della grande Roma come centurione». «Agazio – ha aggiunto – ai tempi di Diocleziano venne denunciato di essere cristiano, fu giudicato, condannato e martirizzato. Ma egli fu irremovibile nella sua fede. Tutto ebbe inizio da quella morte, essendo stato innalzato agli onori degli altari. Il martirio è la somma testimonianza della fede.
La morte di Agazio ci attesta che la vita cristiana è una lotta quotidiana che si vince se abbracciamo la volontà di Cristo».
Le reliquie del santo martire sono custodite e venerate in una monumentale cappella della cattedrale di Squillace, mentre un braccio venne portato dal vescovo Marcello Sirleto, nel 1584, a Guardavalle, dove S. Agazio è stato anche eletto patrono.
A Squillace si celebrano tuttora due feste solenni: una il 16 gennaio, detta della Traslazione o delle Ossa, che rievoca l’arrivo miracoloso al lido di Squillace delle sante reliquie, e l’altra il 7 maggio, giorno del martirio del santo.
Carmela Commodaro