Nella “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”, celebrata ieri, anche la città di Squillace si è schierata contro questo terribile fenomeno sociale ed ha inaugurato la “panchina rossa”, emblema della lotta contro la violenza sulle donne.
La panchina si trova nello slargo di viale Fuori Le Porte, nel centro storico. L’iniziativa è stata dell’associazione “Domus” Pacis”, a cui hanno contribuito con il loro lavoro i volontari Giovanni Valeo, Gaetano Pietropaolo e Giovanni Cerullo. La manifestazione è stata autorizzata dal Comune di Squillace nel rispetto delle normative anti-covid. Come ha spiegato Carla Megna, componente del direttivo dell’associazione, si tratta di una installazione permanente per commemorare tutte le donne vittime di violenza.
«La panchina rossa – ha aggiunto – reca sopra delle frasi significative sulla donna scritte in bianco. Frasi che risaltano sul colore rosso e che fungono da stimolo a tutti gli uomini squillacesi chiamati a rispettare la donna.
È stato scelto un luogo importante, di passaggio, ma anche di ritrovo dei giovani del luogo. L’obiettivo è di sensibilizzare le giovani generazioni sul tema. La donna va amata, protetta, difesa».
Dal canto suo, l’assessore comunale al turismo Franco Caccia ha parlato di «iniziativa che saluto come una festa, perché l’attenzione alle donne deve suscitare sentimenti positivi». «È veramente strano – ha poi detto – che noi dobbiamo pensare alla donna cercando di esorcizzare i comportamenti negativi e che danneggiano la donna stessa.
L’iniziativa della “Domus” aiuta a creare una cultura del rispetto che è la base del vivere civile. Ed è importante che nelle nostre comunità ci siano questo genere di iniziative che puntano al rispetto nei confronti di tutti.
C’è la necessità anche di lavorare nel campo della prevenzione: fare in modo, cioè, che quando si scopre una qualche situazione relativa ad un rapporto non sano, noi dobbiamo avere il coraggio e la responsabilità di denunciare. Non aspettiamo che il fatto diventi criminale».
Il parroco della città don Enzo Iezzi, infine, benedicendo e recitando la preghiera specifica, con un pensiero alla povera Loredana Scalone, assassinata proprio l’altro ieri sera nella vicina Stalettì, ha rimarcato che «occorre dire con tutte le nostre forze un “no” ad ogni forma di violenza».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 26 nov 2020)