«Con i numeri dei positivi al Covid aumentano purtroppo anche quelli che riguardano i poveri. Nel circuito dell’emarginazione e della fragilità, alle tante categorie già esistenti, che rimangono quelle più colpite, se ne aggiungono di nuove». Lo sostiene padre Piero Puglisi, parroco di Squillace Lido e presidente di Fondazione “Città Solidale”, in relazione alla giornata mondiale dei poveri che si celebra il 17 novembre.
La Fondazione, che ha sede a Catanzaro, gestisce diverse case di accoglienza, con strutture anche nel territorio di Squillace. «In questo periodo – sottolinea padre Piero – la Calabria è tinta di rosso: lo è per l’aumento continuo dei contagi e per la difficile e critica situazione sanitaria, ormai spudoratamente esposta alla gogna nazionale.
L’intera regione è in seria difficoltà anche a causa di una riforma del terzo settore che tarda ad essere attuata a livello nazionale, ma particolarmente in questa terra.
Il processo di cambiamento che interessa il welfare nazionale è molto lento, ma è ancor più problematico in Calabria a causa della difficile attuazione della riforma regionale del welfare, che vede ancora realizzarsi un balletto tra Regione e comuni capi ambito impreparati, senza competenze e non organizzati. Come si prevedeva e si temeva, tutto il sociale è in grande sofferenza».
Secondo il sacerdote, le convenzioni con le strutture socio-assistenziali non sono state ancora firmate e di conseguenza dal primo gennaio ad oggi non hanno ottenuto un centesimo per le accoglienze offerte ai poveri e per le prestazioni effettuate; gli operatori sono, quindi, senza stipendio e la gestione è in affanno a causa dell’ormai insostenibilità dei costi e per le molte anticipazioni effettuate.
Padre Piero auspica che i responsabili del welfare regionale (politici, dirigenti e funzionari) e anche quelli comunali mettano al primo posto, con urgenza, l’impegno a costruire il bene comune. «Non riusciremo – conclude – se continueremo a lamentare che “la coperta è troppo corta”, ma piuttosto se comprenderemo che sulla vita dei poveri non si può scherzare, non si può ancora tagliare, semmai bisogna impegnarsi ad individuare e stanziare nuove risorse, quelle che potranno offrire un livello minimo di assistenza e servizi qualificati a chi è in difficoltà».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 15 novembre 2020)