Festival di teatro e arti performative “Innesti Contemporanei”, giunto alla quinta edizione e ideato dall’associazione “Nastro di Mobius”, con la direzione artistica di Saverio Tavano, drammaturgo, sceneggiatore e regista. Con il patrocinio del Comune e il sostegno della Regione Calabria, si è svolto a Squillace, nella “Casa delle culture”, dove sono stati presentati due spettacoli.
«L’intento del festival – afferma Tavano – è quello di “innestare” sul territorio una nuova realtà culturale con un’attenzione particolare a quello che è la nostra realtà contemporanea». Il primo spettacolo ad andare in scena è “Spartacustritviù”, di Francesco Gallelli e Luca M. Michienzi, con i costumi e le scene di Anna Maria De Luca, luci e regia di Luca M. Michienzi e la produzione del “Teatro del carro e migramenti” di Badolato. Spartacu, il protagonista, richiama alla memoria il mito della storia antica, lo schiavo che si ribella ai soprusi dei potenti e che ha molto in comune con gli uomini e le donne del nostro tempo, schiavi di ingiustizie e soprusi. S’intrecciano storie e sogni di persone che percorrono una strada (in questo caso la SS106 ionica), “la strada della morte”, che collega Reggio Calabria a Taranto. L’ambientazione narra di una strada che dà la possibilità di parlare di schiavitù, di sogni, di incontri, di paesaggi, di incidenti, di mare Jonio, di lotta e di politica.
Ogni giorno il protagonista percorre sempre la stessa strada per lavoro, per assicurare un futuro alla propria famiglia. In cammino su una strada della vita e della morte, la teatralizzazione della storia di Spartaco, mito dell’epoca romana, s’intreccia con l’uomo contemporaneo proprio in Calabria.
Una storia legata alla vita e alla lotta di Franco Nisticò, di Badolato, un politico calabrese appassionato e tenace che si è battuto con ogni mezzo per il miglioramento e la modernizzazione della statale 106; si è battuto per i diritti di chi quella strada la percorre ogni giorno per svariati motivi. A Villa San Giovanni, nel 2006, Nisticò muore al termine di un suo comizio.
Un racconto drammaturgico dove non esistono personaggi, ma storie che legano giovani e vecchi, passato, presente e futuro, la vita e la morte. “Filius” è il titolo del secondo spettacolo proposto a Squillace, scritto da Saverio Tavano.
È la storia di una famiglia, dove in una sera qualunque a tavola si affrontano tematiche di un vissuto dei tre personaggi; finalmente si sviluppa un confronto-scontro molto veritiero, si regolano i conti con il passato e il presente di ciascuno dei personaggi.
L’apparenza, l’ipocrisia, la vita quotidiana, i sogni infranti, la violenza domestica, la giustizia. E si liberano i fantasmi che fino a quel momento erano ben nascosti.
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud