È cessata la materia del contendere. Il Tar della Calabria si è definitivamente pronunciato sul ricorso presentato dalla capogruppo di opposizione di “Squillace in Movimento” Anna Maria Mungo insieme ad altre quattro donne elettrici squillacesi in merito ai decreti del sindaco di Squillace Pasquale Muccari di nomina degli assessori comunali, della deliberazione di consiglio comunale di presa d’atto della nomina della giunta e di ogni altro atto presupposto e consequenziale, relativamente al mancato rispetto delle cosiddette “quote rosa”.
L’argomento ha tenuto banco nella cittadina ionica subito dopo l’insediamento della nuova amministrazione comunale e la nomina da parte di Muccari dei componenti della giunta: tre uomini (Stefano Carabetta, Francesco Caccia, Gregorio Talotta) e una donna (Rosa Talotta). La consigliera di minoranza Mungo, con altre quattro donne elettrici, si sono rivolte al Tar per chiedere l’annullamento degli atti in quanto nessuno dei due sessi può essere rappresentato in giunta in misura inferiore al 40 per cento.
Il Comune di Squillace si è costituito difendendo il proprio operato e facendo presente che uno degli assessori nominati, Stefano Carabetta, ha rassegnato le proprie dimissione a far data dal 30 novembre 2019, mentre il sindaco ha già nominato, con decorrenza dall’1 dicembre, un nuovo assessore nella persona di Cinzia Mellace.
In giudizio si era costituita “ad adiuvandum” Tonia Stumpo, consigliera di parità della Regione Calabria. L’istanza cautelare è stata trattata nella camera di consiglio dell’11 settembre scorso e quindi rinviata ad altra data, onde verificare il perfezionamento della nomina di Cinzia Mellace a componente della giunta comunale.
Lo scorso 18 dicembre il ricorso è stato discusso nel merito: il collegio ha rilevato che attualmente è assicurata in giunta la presenza del 40% dei componenti del sesso meno rappresentato, secondo quanto preteso dalla legge. E ciò ha determinato il venir meno della materia del contendere.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)