Una bomba a mano di fabbricazione risalente agli anni Settanta è stata rinvenuta a Squillace. Si tratta di un ordigno inesploso, del tipo granata con tanto di spoletta intatta, che era nascosto in una fessura della parete ancora non crollata fra i ruderi della chiesetta di Santa Maria d’Hydria. L’antico edificio, è collocato fuori dalle mura urbane, lungo la via che dal quartiere giudaico portava verso il ponte del Diavolo, all’entrata principale del centro storico, e si trova in un terreno privato.
È accaduto alcuni giorni fa, quando il presidente della locale Pro loco, Agazio Gagliardi, si è recato sul posto, con il permesso del proprietario del fondo agricolo, per effettuare un servizio fotografico, nell’ambito dell’attività di ricerca storica sul territorio.
Mentre si aggirava tra i ruderi, incuriosito dalla presenza di un foro in una parete, ha rimosso alcune pietre visibili dall’esterno e ha notato la presenza di quella che sembrava inizialmente una specie di lattina corrosa dal tempo. Solo dopo averla presa in mano si è reso conto che si trattava di una bomba a mano. Ha così immediatamente avvisato i carabinieri, che hanno fatto intervenire un artificiere.
Si è appreso, quindi, che quell’ordigno non era un residuato bellico, ma risaliva agli anni Settanta. Come fosse andato a finire in quel posto e soprattutto chi lo avesse nascosto non è dato sapere.
Nello stesso sito storico squillacese, peraltro, qualche anno fa, altri studiosi rinvennero una bomba simile. E c’è ora chi ipotizza che nella zona di Squillace, negli anni di piombo, ci fosse qualcuno che probabilmente faceva parte di qualche organizzazione terroristica. Ciò naturalmente è tutto da verificare.
In occasione del ritrovamento dell’ordigno esplosivo non è stato necessario far evacuare nessuno. Dopo le opportune verifiche e la procedura di disinnesco, la bomba è stata fatta brillare sulla spiaggia di Squillace.
Salvatore Taverniti