Alba di fuoco a Squillace. Ancora un incendio doloso. Torna così la mano criminale nella zona marina. Questa volta a farne le spese una struttura commerciale di Squillace Lido. Erano circa le 5,40 quando alla centrale operativa 115 è giunta la telefonata che annunciava fiamme alte in atto al capannone di località “Impise”, lungo il vecchio percorso della statale ionica 106, in cui è ubicato il “Pronto Hobby Brico”, di proprietà del gruppo “Raffaele S.p.a.” di Lamezia Terme. La società ha altri cinque punti vendita tra le province di Catanzaro e Cosenza. Il fuoco, in particolare, ha interessato l’area esterna dell’attività commerciale, adibita a deposito di diverso materiale in legno e in plastica, articoli da giardinaggio, edilizia e bricolage.
Gran parte del materiale, che era situato anche sotto una tettoia in legno e lamierato attigua al capannone in cui si svolge l’attività interna di vendita al dettaglio, è andato distrutto insieme alla stessa tettoia. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco della sede centrale di Catanzaro e del distaccamento di Soverato, con cinque automezzi e quindici unità mobili, sotto la guida del caposquadra Claudio Zucco, che hanno provveduto a spegnere l’incendio, evitando il propagarsi delle fiamme all’interno del capannone e preservando dal fuoco almeno un terzo del materiale.
Il capannone, diviso tramite un grosso vetro dall’area esterna interessata dal fuoco, ha riportato solo l’annerimento della parete.
La parte interna dell’attività con gli scaffali espositivi della merce, le casse e gli uffici per fortuna non hanno subito danni. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Catanzaro e della stazione di Squillace, che hanno avviato gli accertamenti circa l’origine dell’incendio, non escludendo alcuna ipotesi. Tutta l’area in cui è ubicato il “Pronto Hobby Brico” è dotata di un sistema di videosorveglianza.
Le indagini degli inquirenti si stanno concentrando sull’attenta visione delle immagini registrate dalle quali reperire elementi utili a stringere il cerchio sulle tempistiche e sulle modalità di quello che sembra avere tutta l’aria di un avvertimento in piena regola. Si vedrebbe, infatti, la presenza di una persona che appicca il fuoco alla struttura. Si sta, comunque, indagando a tutto campo, anche ricercando dei testimoni nella zona. Proprio lo scorso anno, verso la fine di agosto, la stessa struttura commerciale aveva subito un’altra intimidazione: ignoti avevano lasciato davanti all’entrata del capannone una bottiglia di plastica con dentro del liquido infiammabile. Avendo appreso la notizia del nuovo attentato incendiario, il sindaco di Squillace Pasquale Muccari ha affermato che «si ripropone una cartolina che offusca l’immagine bella della nostra città, le nostre tradizioni, la nostra cultura. Condanniamo fermamente quanto accaduto ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla proprietà dell’azienda e soprattutto ai lavoratori, molti dei quali nostri concittadini. Non dobbiamo piegarci di fronte all’intimidazione e alle logiche malavitose». Il territorio di Squillace, negli ultimi anni, è stato teatro di diverse azioni intimidatorie, concentrate soprattutto nella zona marina, dove la criminalità sembra abbia rialzato la testa, dopo il pesante colpo alle consorterie locali inferto dall’operazione “Jonny”. E il pensiero non può che andare alla devastazione causata da due grossi incendi, avvenuti nel 2017 a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, nei quali furono distrutti un ristorante e uno stabilimento balneare. Se sarà accertata la natura dolosa, il nuovo episodio farebbe insorgere il sospetto che nuove leve stiano tentando di imporre il loro controllo sulla zona.
Salvatore Taverniti