Oltre agli accertamenti amministrativi in corso da parte della Capitaneria di Crotone e dell’ufficio locale marittimo di Catanzaro Marina c’è anche un’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro sull’incidente accaduto tra venerdì e sabato della scorsa settimana nelle acque del golfo di Squillace ad un motor yacht Saga che, partito dalla Puglia, era diretto in Sicilia. Il grosso natante, di 40 metri di lunghezza, battente bandiera delle Cayman Island, è affondato per una falla nella tarda mattinata del 20 agosto, nonostante i vari tentativi messi in atto dalla Guardia Costiera e da un rimorchiatore privato per il suo spiaggiamento.
La notizia dell’avvio della nuova inchiesta viene riportata dalla testata online “Open”, secondo cui dietro l’inabissamento dello yacht potrebbe nascondersi qualcosa di più grosso. Il natante, del valore di 50 milioni di dollari, chiamato “My Saga”, secondo alcune testate specializzate, potrebbe appartenere all’oligarca russo Gennady Ayvazyan, fondatore di Krutrade, uno dei più grandi commercianti di carbone del mondo ed ex direttore della “World Coal Association” con sede a Londra.
“Nexta Tv”, testata bielorussa che si pone spesso all’opposizione rispetto alle posizioni del governo filo-putiniano, ha postato su Twitter il video del naufragio e sostiene la stessa tesi, per cui, se la notizia corrispondesse al vero, il nome ufficiale dello yacht in realtà sarebbe Life Saga.
Naturalmente siamo nel campo delle ipotesi che attendono di essere confermate. La scorsa settimana, a bordo del super yacht vi erano nove persone, di cui sei di nazionalità italiana che costituivano l’equipaggio, compreso il comandante, e tre passeggeri, tra i quali il proprietario, tutti stranieri. Le inchieste dovrebbero accertare i motivi per cui si è creato lo squarcio che ha fatto imbarcare acqua nella parte di poppa e per quale motivo non hanno tenuto i compartimenti stagni della struttura.
Gli inquirenti della Guardia Costiera hanno sentito l’equipaggio e i passeggeri per acquisire elementi utili alle indagini. Lo stesso personale della Capitaneria di Porto ha riesaminato i tracciati nautici dell’unità.
Nel punto in cui è avvenuto l’inconveniente era stato dirottato un pattugliatore dell’agenzia Frontex (l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, istituita per assistere gli Stati membri dell’Unione europea e i Paesi associati Schengen nella protezione delle frontiere esterne dello spazio di libera circolazione dell’Ue) e una motovedetta Cp 321, che ha provveduto a metter in salvo le prime cinque persone che erano a bordo dello yacht. La società armatrice aveva invece contattato una ditta crotonese di rimorchiatori per tentare il recupero dell’unità, che ha prima preso a bordo le altre quattro persone in difficoltà; in seguito, sia per le difficili condizioni del tempo e del mare e per la costante inclinazione a dritta dello yacht, si è deciso di non proseguire nei tentativi di recupero del natante che poi è affondato.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 26 ago 2022)