È stata una serata molto piacevole quella che ha visto protagonista a Squillace il poeta dialettale Totò Spanò, nell’ambito della settimana culturale organizzata dall’associazione Domus Pacis nella chiesetta di Santa Maria della Pietà.
Un grande squillacese che, con parole semplici, ma profonde, ha racconta emozioni e tradizioni, vizi e virtù, gioie e inquietudini, passioni e bellezze, passato e presente. Aneddoti e poesie in vernacolo che sono l’espressione autentica e viva dell’identità squillacese. Un tuffo nel passato che ha deliziato il pubblico, con uno sguardo al presente, di cui riesce a “fustigare i costumi ridendo”.
I versi di Totò Spanò sono spesso esilaranti, ma inducono sempre alla meditazione: sono quadri di vita reale, di vita vissuta dalle famiglie di un tempo, di cui vengono illustrate le condizioni di particolare disagio, ma anche le piccole gioie che le rendevano unite.
Spanò canta l’amore, la famiglia, i figli, tutti i valori dimenticati dalla società moderna, utilizzando la grande espressività del dialetto e di interessanti termini linguistici purtroppo ormai in disuso. Ha pubblicato diversi volumi di poesie, tutte rigorosamente in dialetto locale, ma è anche autore, regista e attore di simpatiche commedie in vernacolo.
Dal 1980 conduce ininterrottamente la trasmissione domenicale “’U Malacucchiu” su Radio Squillace, è uno dei programmi più ascoltati tra quelli proposti dalle radio locali. Viene spesso invitato in tutta la Calabria per serate di intrattenimento culturale. Di recente è stato inserito nel volume di Mario Martino, “Storia della cultura dialettale e dei poeti calabresi dalle origini a oggi”, in cui viene definito “sublime cantore dialettale della terra cassiodorea, dell’eterno legame dell’uomo calabrese con la propria storia e con gli antichi padri”.
Salvatore Taverniti