Tra i 54 interventi che il Ministero per i beni e le attività culturali ha previsto di realizzare in Calabria, avvalendosi delle risorse aggiuntive per quasi un miliardo nel periodo 2021-2033, c’è anche il Santuario della Madonna del Ponte di Squillace. Per il miglioramento sismico e il restauro dell’edificio sacro sono stati stanziati 300 mila euro.
A seguito delle pratiche inoltrate a suo tempo dall’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Guido Rhodio, su impulso anche dell’attuale rettore don Emidio Commodaro, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici dell’epoca, ora Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria, aveva incluso nei programmi di finanziamento il consolidamento e il restauro del santuario.
Quello dedicato alla Madonna del Ponte è un importante edificio religioso, venerato luogo di culto e frequentato da numerosi fedeli, la cui costruzione ha subìto le usure del tempo e necessita, dunque, di urgenti interventi manutentivi. Il manto di copertura, infatti, appare visibilmente ammalorato e incurvato.
Il santuario sorse intorno all’anno 1000 come eremo bizantino e il titolo è dovuto alla sua vicinanza al ponte sul fiume Alessi. L’origine è da collegarsi alla presenza dei monaci basiliani, fuggiti dall’Oriente per scampare alla furia iconoclasta.
La chiesa fu costruita nel 1754 intorno alla facciata di un vecchio muro su cui un ignoto pittore aveva dipinto l’immagine della Vergine. Il dipinto rappresenta la Madonna che allatta il Bambino, un’immagine tipica dell’iconografia bizantina; in basso sono dipinte anime in pena tra le fiamme, su cui sembra scendere un rivolo di latte dal seno della Vergine, che la manina di Gesù addita dolcemente come refrigerio alle anime purganti: da qui il titolo di Madonna del Rinfresco.
A tale immagine è legato anche uno straordinario racconto. Come narra padre Giovanni Fiore da Cropani, una donna di Cardinale, invasa dagli spiriti maligni che non volevano abbandonarla nonostante i vari esorcismi, passando vicino al santuario, il 5 maggio 1723, cadde a terra tramortita, contorcendosi terribilmente.
Dopo un po’ si dichiarò guarita per grazia ricevuta dalla Madonna dipinta sul muro e indicò tra i rovi la bella immagine della Vergine col Bambino. Secondo la tradizione popolare, il titolo “del Rinfresco” deriverebbe dal fatto che l’eremita del santuario offriva l’acqua ai passanti. La chiesa è stata elevata a santuario dall’arcivescovo Armando Fares, con decreto del 1° aprile 1978. Il fabbricato è stato restaurato e ristrutturato grazie all’iniziativa del defunto rettore del santuario, don Domenico Cirillo.
Salvatore Taverniti