L’ottenimento dei fondi per la depurazione non è merito del sindaco, ma è la Regione che ha finanziato tutti i comuni costieri per risolvere i deficit depurativi e fognari in Calabria. Lo sostiene il circolo del Pd di Squillace.
«Le esternazioni del sindaco di Squillace – affermano i dem – sono fonte di grande divertimento. Mena vanto di aver pulito le strade e le fontane come se fossero attività straordinarie.
E l’avere ottenuto i fondi per la depurazione sembra sia merito suo, come se Oliverio abbia finanziato solo Squillace. Laddove, invece, è necessario porre in essere un minimo di progettualità, come per la pubblica illuminazione, che definire carente è un eufemismo, il nostro comune nemmeno partecipa ai bandi regionali.
Tant’è che proprio qualche giorno fa il presidente Oliverio ha annunciato lo scorrimento della graduatoria del bando sulla pubblica illuminazione.
Ben 194 comuni, tra cui molti paesi del nostro comprensorio, beneficeranno di un contributo medio di 150 mila euro, tranne Squillace».
«Come anche quando in una dichiarazione pubblica – aggiungono – il sindaco annuncia, in pompa magna, che parteciperà al bando sui borghi storici che la Regione ha pubblicato qualche giorno fa, vogliamo dire al sindaco che sta amministrando uno dei borghi più belli e caratteristici della Calabria; per cui partecipare a questo bando rappresenta il minimo sindacale, oltre che un dovere».
Secondo il Pd, il comune in questi anni ha avuto a disposizione, grazie alla Regione, le risorse necessarie per cambiare il volto della città, ma in assenza di una programmazione di alto livello, ciò non si è verificato.
«Proviamo sentimenti di umana pietà – concludono i responsabili del circolo dem – per la sua vicenda politica che va a chiudersi secondo un copione penoso, fatto di fughe, dimissioni annunciate, viaggi a vuoto presso studi notarili, assessori che inanellano decine di assenze in giunta, patetici tentativi di restare a galla con idee bislacche se non indecenti.
Con le solite accuse agli altri di aver fatto debiti, dopo che questi debiti sono stati avallati con il suo voto a bilanci e piani di rientro».
Salvatore Taverniti