Per raccontare l’integrazione nello Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) “Catanzaro minori” di Squillace si è svolta, sabato scorso, l’iniziativa “Porte aperte”, nell’ambito della “Giornata mondiale del Rifugiato”, in collaborazione con la campagna #WithRefugees di Unhcr. L’iniziativa squillacese ha avuto un titolo singolare, “NyaSewo-Scialamuni”, dal connubio di due dialetti, il mandinka e il calabrese, che significa “divertiamoci”. L’obiettivo è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di chi fugge da guerre e persecuzioni: l’iniziativa della “Migrantes” diocesana e della Fondazione “Città solidale onlus”, che gestisce lo Sprar, ha assunto un significato importante dal momento che, in queste ultime settimane, si è posto l’accento sulla necessità di una regolamentazione seria dei flussi migratori e delle politiche di accoglienza.
Presenti, tra gli altri, il sindaco di Squillace Pasquale Muccari, l’assessore comunale alla Politiche sociali Rosetta Talotta, l’assessore comunale di Catanzaro Danilo Russo, il coordinatore dello Sprar Domenico Mardente e il responsabile dell’area “integrazione” Francesco Iozzi, l’evento ha coinvolto i tredici minori non accompagnati del centro, compresi nei due moduli “Il Golfo” e “Vivarium”, e gli altri ragazzi che hanno terminato il percorso con l’inserimento lavorativo e la perfetta integrazione nella comunità squillacese.
«Ho sempre avuto il piacere – ha affermato il sindaco – di interfacciarmi con l’umanità e il vostro senso di disponibilità. Insieme a voi è stato costruito qualcosa di positivo. La vostra comunità è perfettamente integrata a Squillace: qui c’è accoglienza e non c’è razzismo. Squillace è la città dell’accoglienza e bisogna continuare su questa strada.
L’Europa deve destinare risorse alle politiche dell’accoglienza. Il populismo e il razzismo sono un brutto ritorno al passato». Durante l’apertura del centro ai cittadini sono stati proposti stand gastronomici e artigianali, con le barzellette dell’intrattenitore Vono e la musica dei “Lisarusa”.
Salvatore Taverniti