«Non ci sono culture al mondo che non abbiano avuto momenti di festa». Lo ha affermato l’antropologo Gianfranco Donadio, concludendo il convegno su “Sant’Agazio: storia, leggenda e tradizione”, organizzato a Squillace dall’associazione “Domus Pacis”, in collaborazione con il centro studi “Memorandum” di Cortale e con il patrocinio dei Comuni di Squillace e Guardavalle.
Sant’Agazio è il patrono di Squillace, di Guardavalle e della diocesi e la sua festa si celebra il 7 maggio. «La festa – ha detto Donadio – è una necessità, perché comprende tutto: religiosità, fede, tradizioni.
Una necessità legata al concetto di identità e alla partecipazione. La Calabria ha un’infinità di feste e processioni, dedicate anche a santi non patroni. Tanti sono gli elementi folkloristici strettamente connessi. Ed è importante la conservazione della festa per le generazioni future». Dopo i saluti del presidente della “Domus” Paolo Cristofaro e dei sindaci Pasquale Muccari (Squillace) e Giuseppe Ussia (Guardavalle), il decano del capitolo cattedrale mons. Raffaele Facciolo ha affermato che «la civiltà di Squillace affonda le sue radici nella cultura.
La comunità deve respirare con il polmone dell’autentica fede e con quello della dimostrazione di questa fede. Nella religiosità popolare, la dimostrazione della fede consiste nei segni esterni, che realizzano la realtà interna. Occorre recuperare la sacralità dei riti esterni».
Il presidente di “Memorandum” Andrea Simonetta ha reso noto che si sta lavorando a un documentario etnografico su Sant’Agazio, attraverso la disciplina dell’antropologia visuale, con una ricerca sul campo.
L’archivista Benedetta Trapasso ha illustrato nel dettaglio antichi documenti e pergamene, presenti nell’archivio diocesano squillacese, che si riferiscono alla storia di Sant’Agazio e che sono stati esposti nel corso dell’iniziativa.