Il Comune decide di far sloggiare l’Associazione e di riprendersi i locali senza comunque destinarli a nessuna altra attività; oggi sono vuoti, in stato di evidente degrado e abbandono. Cui prodest? A chi giova?
«L’attività della Pro loco è stata sempre fatta propria dalle amministrazioni comunali, sia con contributi doverosamente rendicontati, sia con ampio supporto logistico.
Oggi, invece, non è così». Sono dure le critiche, nei confronti dell’amministrazione comunale in carica, quelle manifestate nel corso dell’ultima riunione della Pro loco “Scolacium” di Squillace, svoltasi nella nuova sede concessa dall’arcivescovo, in un immobile della Chiesa, dopo l’abbandono dei locali di piazza Duomo di proprietà comunale, deciso dall’amministrazione attualmente in carica.
Il direttivo dell’associazione turistica squillacese critica proprio questo trasloco, imposto, per come rende noto la stessa Pro loco, a causa di un’asserita occupazione abusiva.
«E’ una situazione a dir poco vergognosa – sostengono quelli della Pro loco – iniziata con l’avvento del nuovo assessore comunale al Turismo. Prima ci è stato richiesto l’elenco nominativo del consiglio e dei soci, per un non precisato motivo; poi si è preteso di partecipare di diritto alle nostre riunioni; in seguito, rendendosi conto di non poter controllare e gestire la Pro loco, si è pensato di escludere l’associazione dai contributi economici, imponendo alle nostre manifestazioni addirittura di pagare la tassa per l’occupazione del suolo pubblico.
Di recente, con la falsa motivazione che l’immobile in cui aveva sede la Pro loco fosse occupato abusivamente, il comune ha deciso di far sloggiare l’associazione e di riprendersi i locali senza destinarli ad altra attività». I responsabili della Pro loco, invece, sostengono che «i locali erano stati regolarmente affidati con atto più che legale dal precedente sindaco Rhodio.
Sono stati sempre aperti e utilizzati da tutte le associazioni senza spendere una lira; sono stati utilizzati dai giovani che hanno svolto il servizio civile e dai ragazzi richiedenti asilo, ai quali abbiamo dato la possibilità di trovare spazio per le proprie attività artistiche, usufruendo anche di internet, sia dentro la sede che in tutta la piazza grazie al wi-fi gratuito».
Quanto accaduto, per la Pro loco, è «frutto di scelte discutibili e di azioni dettate da rancore, che respingiamo al mittente. E’ un evidente tentativo di cancellare l’associazione dal territorio comunale».
«Siamo sempre disponibili – conclude la Pro loco – al confronto e al dialogo con persone leali ed oneste, che hanno a cuore il bene della nostra comunità, per la quale continueremo a svolgere, anche senza contributi comunali, le attività di volontariato sociale previste dal nostro statuto».
Salvatore Taverniti