Forze dell’ordine nella sede del Comune di Squillace. E’ accaduto lunedì scorso, quando in mattinata quattro agenti, probabilmente della Digos, si sono recati negli uffici comunali per acquisire copia di alcuni atti.
Con la collaborazione degli amministratori e dei funzionari comunali, gli agenti avrebbero acquisito un migliaio di fotocopie di documenti. Non si conoscono i particolari dell’operazione, ma pare che nel mirino delle forze dell’ordine ci siano atti relativi all’ufficio tecnico comunale.
Resta sconosciuta anche l’origine dell’eventuale inchiesta in corso, evidentemente delegata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, cioè se sia conseguente ad un esposto o ad una indagine di iniziativa della stessa Procura.
La presenza degli agenti all’interno del municipio si è protratta fino al primo pomeriggio. Intanto, le segreterie della funzione pubblica Cgil e Cisl provinciali di Catanzaro hanno chiesto al giudice del lavoro di accertare e dichiarare l’antisindacabilità della condotta del Comune di Squillace e di voler ordinare la cessazione dei comportamenti illegittimi. Lo rende noto il gruppo consiliare di opposizione “Riviviamo Squillace”.
Secondo quanto si è appreso, il Comune ha omesso di riconvocare le organizzazioni sindacali abilitate per la firma del contratto integrativo decentrato aziendale definitivo per gli anni 2015 e 2016 e di presentare la piattaforma per avviare le trattative per l’anno 2017. Secondo i sindacati, il Comune non ha neanche preso parte all’incontro fissato dal prefetto di Catanzaro per l’esperimento del tentativo di conciliazione proposto da Fp Cgil e Cisl, a riprova dell’atteggiamento di totale chiusura nei confronti dei sindacati.
Dopo il ricorso dei sindacati, il giudice del lavoro ha fissato l’udienza di comparizione in tribunale per il prossimo 7 novembre.
I consiglieri di “Riviviamo Squillace” fanno un appello al sindaco nella direzione di una scelta di ragionevolezza: «è tempo – affermano – di scelte dignitose e rispettose; a nostro avviso bisogna fare un passo indietro per il bene di tutti».
Salvatore Taverniti