La comunità reagisce dopo il devastante incendio che ha praticamente distrutto, a Squillace Lido, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, il noto ristorante-pizzeria “La Cena di Afrodite”. Mentre proseguono le indagini dei carabinieri della Compagnia di Girifalco e della stazione di Squillace per cercare di stabilire la matrice del rogo, l’amministrazione comunale ha inteso dare un immediato segnale di reazione. Sabato 4 marzo si è svolta una seduta del consiglio comunale straordinaria e aperta alla partecipazione dei cittadini.
La location è l’edificio della scuola media della frazione marina, a pochi metri dal locale incendiato, per dare un segno più forte di solidarietà e vicinanza ai proprietari, Gregorio e Silvana, e ai dipendenti del ristorante. Presente anche Ilenia Pugliese, figlia dei proprietari del ristorante colpito, dopo l’introduzione del presidente del consiglio comunale, Paolo Mercurio, il sindaco Pasquale Muccari ha parlato di «atto criminale e brutale che ha distrutto un’impresa sana, ma che ha coinvolto un’intera comunità».
Il primo cittadino ha auspicato unità e vicinanza tra la gente per insorgere contro questi delitti e un’intensificazione dell’azione di vigilanza, a cominciare da ciascun cittadino. «La riunione odierna – ha concluso – è un atto di ribellione e di protesta forte, per evitare un danno d’immagine, che in questi casi si rischia di subire». Il vicesindaco Stefano Carabetta ha esortato a non assuefarsi agli episodi di cronaca; e il consigliere Domenico Passafaro ha proposto l’istituzione di un fondo di solidarietà per gli imprenditori colpiti. Poi spazio al dibattito, durante il quale sono intervenuti in tanti, imprenditori, rappresentanti di partiti e di associazioni e cittadini, che oltre ad esprimere solidarietà hanno proposto di fare squadra e stare uniti contro la criminalità.
Ha concluso l’assemblea il consigliere regionale Arturo Bova, presidente della commissione antindrangheta, il quale ha parlato di «bella giornata di unità per Squillace, che deve continuare ad essere isola felice, come in passato». «E’ importante, però – ha rimarcato – fare rete, vigilare attentamente sul territorio perché è subdolo il modo in cui la criminalità riesce ad infiltrarsi. Oltre al coordinamento delle forze dell’ordine sul territorio, è necessario stare insieme, fare comunità, adottare uno stile di vita onesto. Ognuno deve fare la propria parte».
Salvatore Taverniti