Quello in corso è uno dei periodi dell’anno in cui gli anziani si sbizzarriscono con il rinverdire le tradizioni di una volta. Fra queste il cosiddetto “presagio delle calende”. Un rito che veniva svolto a partire dal 14 dicembre.
In pratica, i dodici giorni compresi tra il 14 e il 25 dicembre si fanno corrispondere ai dodici mesi dell’anno venturo: la situazione meteorologica di ciascun giorno si verificherà in ciascun mese corrispondente dell’anno successivo. Sicché il tempo del 14 dicembre caratterizzerà il mese di gennaio, quello del 15 è riferito al mese di febbraio, e così via, fino al giorno di Natale che corrisponde al mese di dicembre del prossimo anno. Sono in tanti, soprattutto tra gli anziani, che a Squillace e in Calabria in generale fanno affidamento ancora a questa credenza, con una buona percentuale di successo.
Tuttora il rituale dei “calenduli”, come si definisce in dialetto, viene applicato da molti contadini della zona, custodi e prosecutori di antiche tradizioni che contraddistinguono l’identità di un territorio e che si tramandano ancora da padre in figlio. Nonostante sia privo di ogni base scientifica, il metodo viene ritenuto attendibile.
Dopo aver compiuto un giro conoscitivo fra le persone più anziane di Squillace, abbiamo constatato che molti ancora segnano su un calendario o su un’agenda le condizioni meteo dei giorni dal 14 al 25 dicembre, in modo da poter consultare gli appunti nel corso dell’anno nuovo. Una simpatico rito da tramandare ancora ai giovani, al fine di stilare le previsioni del tempo “fatte in casa”.
Salvatore Taverniti