Trova un portafogli con denaro e documenti e lo restituisce al proprietario. Un fatto che dovrebbe rientrare nel normale comportamento civile di ciascuno di noi, ma che assume particolare valenza in quanto il protagonista è uno dei migranti africani ospiti delle strutture Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) “Il Golfo” e “Vivarium” di Squillace, gestite dalla Fondazione “Città Solidale Onlus” e che danno accoglienza a una ventina di profughi.
L’episodio è accaduto giovedì scorso. Un ingegnere e un avvocato del luogo sono seduti su una panchina di piazza del Vescovado, quando al primo, senza accorgersene, cade dalla tasca il portafogli. I due professionisti, dopo la chiacchierata, fanno rientro nelle rispettive abitazioni.
Più tardi, a casa dell’avvocato si presenta B.J., di 17 anni, originario del Gambia, con il portafogli in mano, credendo che il proprietario sia lui, che conosce bene e che aveva visto prima seduto su quella panchina.
Viene contattato l’ingegnere e dopo un veloce controllo, si verifica che dal portafoglio non manca nulla, soldi, carte di credito e documenti. Eppure quel denaro avrebbe fatto comodo al ragazzo, che percepisce, come tutti gli altri migranti, una diaria di circa due euro. Una storia che merita di essere raccontata, visto che quando si parla di migranti scatta spesso la paura; mentre un gesto edificante, compiuto peraltro da uno straniero minorenne, va fatto conoscere.
Il 17enne gambiano è giunto in Italia a bordo di una delle “carrette” del mare partita dalle coste libiche. E’ ospite nella struttura di Squillace dallo scorso mese di aprile ed è un minore non accompagnato e richiedente asilo politico.
Nella città ionica si è integrato bene, frequenta la scuola locale e, a detta degli educatori della Fondazione, si comporta ottimamente e non ha mai creato alcun problema, come i suoi coetanei ospiti delle due strutture squillacesi. Una lezione di civiltà che giunge da chi meno te lo aspetti e che si spera contribuirà ad abbattere la barriera di diffidenza che molti ancora si ostinano ad alzare.
«Ci ha fatto molto piacere – afferma l’educatore Mauro Vitaliano, di “Città Solidale” – registrare questo episodio positivo, che ci fa capire come la convivenza e l’accoglienza dell’altro sia possibile e come soprattutto le giovani generazioni possano superare, con estrema facilità, i pregiudizi e gli stereotipi di cui molte volte la nostra società è portatrice».
Salvatore Taverniti