«Siamo in presenza di un patrimonio storico, artistico e paesaggistico eccezionale che bisogna promuovere e far conoscere meglio». Lo ha affermato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Carmen Barbalace, intervenendo al convegno su “La ceramica di Squillace tra passato e futuro”, svoltosi nel castello normanno, su iniziativa dell’amministrazione comunale.
La Barbalace ha reso noto di avere perfezionato dei percorsi sull’artigianato, sollecitando gli artigiani calabresi ad essere presenti sulla piattaforma di e-commerce istituita dalla Regione e promuovendo il contrassegno di origine e qualità che connoterà l’identità di ciascun artigiano.
Durante l’incontro, moderato da Mariarosa Commodaro, il sindaco Pasquale Muccari ha sottolineato che il ritrovamento di oggetti in ceramica durante gli scavi nel castello ha permesso di stravolgere le origini dell’attuale sito di Squillace, datandole tra il VI e il VII secolo, quando sul colle una comunità era sicuramente stanziata ed attiva. Per il presidente della Provincia Enzo Bruno, l’arte della ceramica squillacese è straordinaria, per cui occorre mettere nelle condizioni i giovani di formarsi e di avviare imprese nel settore. Lo stesso Bruno ha poi informato che la Provincia sta individuando la soluzione più idonea per permettere il mantenimento dell’operatività del liceo artistico (ex istituto d’arte), che altrimenti rischia di chiudere, attraverso l’apertura di una sede a Squillace Lido, in modo da superare le difficoltà logistiche determinate dalla frequenza nei locali ubicati nel centro storico.
Paolo Abramo, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, dopo aver premesso che quella della ceramica squillacese è un’arte millenaria, con la presenza di artigiani vasai di grande livello, ha lamentato l’esistenza di personalismi che frenano lo sviluppo.
L’assessore comunale al Turismo, Giusy Ciciarello, ha evidenziato che spesso si ha difficoltà ad essere ammessi ai finanziamenti regionali, a causa dell’incongruità della valutazione dei progetti. L’archeologa Chiara Raimondo, che ha condotto la campagna di scavi nel castello, ha poi illustrato alcuni dei manufatti ceramici antichi ritrovati, che ora necessitano di catalogazione e di restauro, per poi essere esposti alla fruizione del pubblico e magari riprodotti dai ceramisti locali.
Al termine, i maestri artigiani Agazio Mellace, Graziella Cristofaro, Claudio Panaia, Tina Gallo e Beatrice Russomanno hanno illustrato la loro esperienza nel settore, costellata da tanti problemi e notevoli sacrifici.
La Barbalace ha reso noto di avere perfezionato dei percorsi sull’artigianato, sollecitando gli artigiani calabresi ad essere presenti sulla piattaforma di e-commerce istituita dalla Regione e promuovendo il contrassegno di origine e qualità che connoterà l’identità di ciascun artigiano.
Durante l’incontro, moderato da Mariarosa Commodaro, il sindaco Pasquale Muccari ha sottolineato che il ritrovamento di oggetti in ceramica durante gli scavi nel castello ha permesso di stravolgere le origini dell’attuale sito di Squillace, datandole tra il VI e il VII secolo, quando sul colle una comunità era sicuramente stanziata ed attiva. Per il presidente della Provincia Enzo Bruno, l’arte della ceramica squillacese è straordinaria, per cui occorre mettere nelle condizioni i giovani di formarsi e di avviare imprese nel settore. Lo stesso Bruno ha poi informato che la Provincia sta individuando la soluzione più idonea per permettere il mantenimento dell’operatività del liceo artistico (ex istituto d’arte), che altrimenti rischia di chiudere, attraverso l’apertura di una sede a Squillace Lido, in modo da superare le difficoltà logistiche determinate dalla frequenza nei locali ubicati nel centro storico.
Paolo Abramo, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, dopo aver premesso che quella della ceramica squillacese è un’arte millenaria, con la presenza di artigiani vasai di grande livello, ha lamentato l’esistenza di personalismi che frenano lo sviluppo.
L’assessore comunale al Turismo, Giusy Ciciarello, ha evidenziato che spesso si ha difficoltà ad essere ammessi ai finanziamenti regionali, a causa dell’incongruità della valutazione dei progetti. L’archeologa Chiara Raimondo, che ha condotto la campagna di scavi nel castello, ha poi illustrato alcuni dei manufatti ceramici antichi ritrovati, che ora necessitano di catalogazione e di restauro, per poi essere esposti alla fruizione del pubblico e magari riprodotti dai ceramisti locali.
Al termine, i maestri artigiani Agazio Mellace, Graziella Cristofaro, Claudio Panaia, Tina Gallo e Beatrice Russomanno hanno illustrato la loro esperienza nel settore, costellata da tanti problemi e notevoli sacrifici.
Salvatore Taverniti